Atlantia lascia la presa sul City Airport (dove era alleata con Psp) e ora ci riprova con Nizza

Tanta carne sul fuoco, ma per ora nessun risultato. La strategia internazionale di Atlantia (che controlla Aeroporti di Roma) sugli scali per ora non si smuove. Malgrado i ripetuti tentativi (prima con la cessione di una quota di Adr e poi con varie aste in giro per il mondo) per ora i risultati non ci sono. E’ pur vero che è meglio non fare alcun accordo piuttosto che fare un accordo svantaggioso o a un prezzo troppo alto: tuttavia per ora le strategie di Atlantia (e di Adr) non decollano. Ma andiamo per gradi. Qualche mese fa Atlantia aveva interrotto l’asta per una quota di Adr (un 30% suddiviso con il fondo cinese Gimko Tree e con il fondo sovrano Adia) in quanto non era stato trovato l’accordo sulla governance. Invece proprio qualche giorno fa è stato dato il verdetto dell’asta sul City Airport di Londra, passato a un consorzio di investitori del Canada e del Kuwait: cioè il fondo d’investimento Alberta Investment Management Corporation, il fondo pensione Omers, il fondo pensione degli insegnanti dell’Ontario e la Wren House, una societa’ che fa capo all’Autorita’ degli Investimenti del Kuwait. L’attuale proprietario e’ il fondo americano Global Infrastrucuture Partners (Gip) che ha prescelto questa cordata che ha messo sul piatto un prezzo super: circa 2,5 miliardi di sterline. Il consorzio avrebbe avuto la meglio sui gruppi cinesi Hna e Cheung Kong Infrastructure. Ma quelli che non molti sanno è che anche Atlantia aveva messo la testa sull’asta londinese alleata al fondo canadese Psp, tranne poi fare marcia indietro prima delle offerte vincolanti. Ma non è tutto: anche sull’Aeroporto di Santiago del Cile, sul quale inizialmente aveva acceso i motori, Atlantia ha poi preferito lasciar perdere. Ora non resta dunque che l’asta sull’aeroporto di Nizza, nei prossimi mesi. Questo processo, dove Atlantia è alleata a Edf Invest, potrebbe essere l’ultima chance per concretizzare la strategia di espansione internazionale e per evitare che la holding dei Benetton sia focalizzata sul solo Aeroporto di Roma.