Una Hotels-Atahotel: l'esclusiva a Unipol crea polemiche e l'ex-Fusi scrive una lettera

Avrebbe creato grandi polemiche, in ambito finanziario tra gli addetti ai lavori, soprattutto esteri, l’assegnazione di un’esclusiva a Unipol per realizzare la fusione tra Una Hotels e Atahotels. Insomma, gli altri concorrenti in gara per acquisire Una Hotels (in un’asta faticosa e costosa che dura da oltre un anno e che vede impegnato l’advisor Colombo Associati incaricato dalle banche) non l’avrebbero presa per niente bene. In gara, prescelti nella procedura, erano infatti il gruppo americano Starwood alleato con Prelios e con la spagnola Melia, gli spagnoli di Nh assieme a Banca Imi e Tamburi Investment Partners e Alpitour. Ma l’arrivo dell’offerta di Unipol ha scombinato le carte. Del resto, proprio Il Sole 24 Ore il primo febbraio scorso aveva svelato in anteprima il disegno di Unipol per fondere Una Hotels e Atahotels.
Ma cio’ che non sarebbe andato giu’ agli altri contendenti, soprattutto ai gruppi stranieri che lamenterebbero la scarsa trasparenza dell’asta, sarebbe la procedura: Unipol e’ infatti il terzo creditore di Una Hotels (dopo Mps e Unicredit) oltre che il primo creditore di Atahotels. Gli altri contendenti, che puntano il dito sulle forti spese condotte in due diligence, avrebbero lamentato il fatto che proprio Unipol, in quanto terzo creditore di Una Hotels, cioe’ banca azionista del gruppo fiorentino finito 3 anni fa in difficolta’ finanziaria, avrebbe avuto modo di visionare le offerte degli altri concorrenti e di fare successivamente una sua offerta. Insomma, l’esito della gara lascia tantissime polemiche. Nel frattempo Unipol, per finalizzare la fusione, dovrà iniettare un po’ di capitali: una piccola somma per il gruppo assicurativo che ha miliardi di asset. Ma anche su questo fronte potrebbe arrivare un assist, visto che sarebbe già stato raggiunto un accordo in linea di massima con il Fondo Strategico Italiano. L’obiettivo e’ realizzare una grande fusione tra alberghi a 3 e 4 stelle con il sostegno del Fondo Strategico che ha già fatto il suo ingresso nei 5 stelle di Rocco Forte: un grande polo ricettivo italiano con 8.600 camere, 52 strutture tra hotel, resort e residence e un fatturato aggregato di 170 milioni. Il problema e’ capire la sostenibilita’ dell’operazione per il Fondo Strategico, che puo’ per statuto investire solo in realta’ in equilibrio finanziario. E’ pur vero che Una Hotels e Atahotel, da realta’ quasi fallite tre anni fa, sono state ristrutturate e rilanciate dalle banche e ora viaggiano su livelli di sufficiente tranquillita’. Vedremo quindi se il progetto di Unipol andra’ in porto. C’e’ da segnalare, infine, la mossa dell’ex proprietario di Una Hotels Riccardo Fusi che avrebbe scritto a tutte le parti coinvolte nell’operazione (banche e possibili acquirenti) per denunciare il fatto che con la cessione a Unipol il gruppo Una Hotels verrebbe svenduto. Il fondatore Fusi esce da una serie di guai giudiziari per il concordato della capogruppo Btp.

  • michebo |

    l’operazione è buona, ma resta il dubbio delle solite “pappine” all’italiana.Vedremo in futuro cosa faranno io personalmente ho levato tutti i miei risparmi da Unipol e Coop….abbiamo gia dato…

  • michebo |

    l’operazione è buona, ma resta il dubbio delle solite “pappine” all’italiana.Vedremo in futuro cosa faranno io personalmente ho levato tutti i miei risparmi da Unipol e Coop….abbiamo gia dato…

  • Fla |

    Al netto delle passate esperienze fallimentari (ricordo i cosiddetti capitani coraggiosi di Alitalia), direi che svendere abbiamo fatto in passato e tutt’oggi agli stranieri sarebbe l’ennesima zappa sui piedi che noi italiani ci diamo. Avevamo fiorente industria, ma l’abbiamo svenduta pezzo per pezzo agli stranieri (Ultima Ansansl Breda a Hitachi). Abbiamo tantissimo sole, ma non abbiamo, paradossale!!!, un fornitore made in Italy di pannelli o eolico ed importiamo tutto dalle Germania (che importa lei stessa tali tecnologie dalla Cina). Abbiamo il più grande Museo al Mondo, cioè il nostro territorio, e dovremmo pertanto lasciare anche le strutture ricettive (pure quelle?!?!?!?) agli stranieri? Direi che abbiamo già dato. Se c’è l’impegno del Fondo strategico, ben venga.

  • Fla |

    Al netto delle passate esperienze fallimentari (ricordo i cosiddetti capitani coraggiosi di Alitalia), direi che svendere abbiamo fatto in passato e tutt’oggi agli stranieri sarebbe l’ennesima zappa sui piedi che noi italiani ci diamo. Avevamo fiorente industria, ma l’abbiamo svenduta pezzo per pezzo agli stranieri (Ultima Ansansl Breda a Hitachi). Abbiamo tantissimo sole, ma non abbiamo, paradossale!!!, un fornitore made in Italy di pannelli o eolico ed importiamo tutto dalle Germania (che importa lei stessa tali tecnologie dalla Cina). Abbiamo il più grande Museo al Mondo, cioè il nostro territorio, e dovremmo pertanto lasciare anche le strutture ricettive (pure quelle?!?!?!?) agli stranieri? Direi che abbiamo già dato. Se c’è l’impegno del Fondo strategico, ben venga.

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