Il difficile progetto (mai riuscito) di unire Ata Hotels, Una Hotels e Boscolo

La notizia della creazione di un polo alberghiero, anticipata dal Sole 24 Ore e da questa rubrica alcuni mesi fa, è tornata sotto i riflettori oggi dopo l’articolo di Affari Finanza-Repubblica. Il Ceo di Unicredit Federico Ghizzoni ha spiegato che al momento non ci sarebbe alcuna trattativa, ma che la banca sarebbe disponibile a un progetto del genere. Unicredit è stata chiamata in causa perché tutte le catene indicate come prossime spose in una grande fusione alberghiera (cioè Ata Hotels, Una Hotels e Boscolo) sono pesantemente indebitate con alcune banche fra cui appunto Unicredit, oltre a Intesa Sanpaolo, Mps e diverse altre. Tuttavia il progetto non è per niente nuovo: se ne parla ormai da circa quattro anni di aggregare le catene alberghiere in crisi, senza alcun successo. Un primo progetto di fusione riguardava alcuni anni fa appunto Una Hotels e Ata Hotels e al progetto aveva lavorato Unicredit quando il gruppo Fonsai (che controllava Ata Hotels) della famiglia Ligresti era caduto in crisi. Vicino al fallimento, a quel tempo, era infatti anche la Una Hotels dell’imprenditore toscano Riccardo Fusi. Il progetto di Unicredit a quel tempo fallì perché – dissero gli addetti ai lavori all’epoca – era difficile mettere assieme due zoppi e fare una persona sana. A maggior ragione, oggi, sembra quasi impossibile mettere assieme Una Hotels, Ata Hotels e Boscolo. Fra l’altro proprio Boscolo fa ancora capo alla famiglia veneta omonima che non ha alcuna intenzione di vendere il gruppo e che, malgrado i debiti, si è sempre opposta strenuamente alle banche. Ma ci sono due difficoltà in più che rendono difficile mettere assieme le tre catene alberghiere: Boscolo sta infatti puntando sugli alberghi di lusso a 5 stelle, mentre Una Hotels e Ata Hotels sono presenti in un’altra fascia di mercato. Inoltre le location degli alberghi sono molto diverse: basta pensare al Boscolo Exedra di Roma, tanto corteggiato dagli arabi, che non è confrontabile con gli Una Hotels e Ata Hotels. Insomma, unire alberghi così disomogenei potrebbe essere difficile e poco redditizio, tranne che in un veicolo targato Fondo Strategico non vadano a finire soltanto i pezzi più pregiati. Infine, c’è da dire che il Fondo strategico non può investire in attività in perdita e molte di queste catene sono ancora poco redditizie. Insomma il progetto, se mai partirà, sembra assai difficile. Ecco i precedenti articoli del blog sul tema.
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Ata Hotels, Una Hotels e Boscolo: tre spine nel fianco per le banche italiane. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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