Clessidra studia quotazione o vendita delle merendine Balconi

Il fondo di private equity Clessidra è pronto a cedere o a quotare le merendine Balconi. Il piano, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, sarebbe in corso di studio e l’amministratore delegato e fondatore della Sgr milanese, Claudio Sposito, avrebbe già in corso colloqui con alcune banche per individuare un advisor del processo esplorativo. Si tratterà di un dual track, il cosiddetto doppio binario dove potrebbe essere scelta la cessione dell’azienda ad altri fondi o a gruppi industriali oppure, in caso di buona recettività del mercato, la quotazione borsistica a Piazza Affari. Del resto la Balconi era stata rilevata nel 2011 da Clessidra: a vendere erano stati i fondatori Michele, Fabio e Maurizio Balconi attuali proprietari delle caramelle Charms. Il prezzo convenuto era stato di circa 100 milioni di euro e la Balconi doveva diventare una piattaforma su cui sviluppare un progetto di consolidamento nel settore alimentare. Così è stato visto che Balconi, che nel 2010 aveva 99,9 milioni di fatturato, con un utile di 3,7 milioni e un margine operativo lordo di 15 milioni, è progressivamente cresciuta per acquisizioni. Lo scorso anno sono stati comprati i wafer della veronese Baroni (una società con un fatturato di circa 25 milioni di euro) costituendo nuovo polo dolciario nazionale nel settore dei prodotti da forno che si è andato a collocare nelle prime cinque o sei posizioni della classifica nazionale dietro marchi storici come Ferrero, Barilla, Bauli, Colussi, Galbusera, Balocco e in diretta concorrenza con loro. Nell’ultimo anno il gruppo si è rafforzato a livello internazionale superando i 175 milioni di euro di fatturato (con oltre 25 milioni di Ebitda) e oggi realizza il 55% dei propri ricavi sui mercati internazionali. La valutazione dell’azienda è per ora top secret ma secondo le indiscrezioni la società si attenderebbe un margine operativo lordo per fine anno vicino ai 30 milioni di euro con una valutazione del gruppo Balconi che si potrebbe dunque avvicinare ai 300 milioni di euro. Proprio la veloce crescita dell’azienda avrebbe dunque consigliato di valutare eventuali strade di valorizzazione, tra le quali la Borsa. Del resto Clessidra sta ormai puntando da diversi anni sul settore agroalimentare. Dopo il lancio del polo dociario, quest’anno il fondo guidato da Claudio Sposito ha avviato un progetto di polo dell’aceto balsamico con l’acquisizione del gruppo Acetum di Cavezzo. In questo caso l’obiettivo è far confluire i capitali di Clessidra nella creazione di un polo di specialità con altre acquisizioni nel settore del balsamico, sempre nel Modenese, per poi estendere le aggregazioni al mondo degli altri condimenti di qualità. Nel frattempo, Clessidra sta partendo con la raccolta del suo terzo fondo di private equity con un target di 1 miliardo di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA