Mps, sul tavolo del Cda i nomi dei possibili anchor investor, ma anche la conversione. Per Juliet resta in pista solo Cerved

Cda di aggiornamento sull’esito della prima parte del road show per Mps. Dopo il Qatar e l’area del Golfo Persico, il management di Mps e le banche capofila del consorzio (Jp Morgan e Mediobanca) hanno infatti avviato contatti diretti con gli investitori asiatici con l’obiettivo, soprattutto, di sondare l’interesse di Temasek, fondo sovrano di Singapore come «anchor investor» nella ricapitalizzazione della banca senese. Il Cda si è quindi occupato di un aggiornamento sui possibili investitori dell’aumento, anche sul lato degli «anchor investor», ma sarebbe stato anche l’occasione per fissare termini e condizioni della conversione in azioni dei bond subordinati. Nel Cda si dovrebbe anche dare un’esclusiva per l’acquisto della piattaforma Juliet. Sul piatto sarebbe rimasta la sola offerta di Cerved, dopo il ritiro di doBank.
Le due settimane che mancano all’assemblea del 24 novembre saranno dunque molto intense per riuscire a finalizzare un aumento che si preannuncia pieno di ostacoli: a cominciare dalla situazione politica italiana e internazionale, con il referendum del 4 dicembre che incombe, fino al rischio di esecuzione dell’operazione che si basa su tre pilastri, cioè adesione del mercato, conversione e anchor investor. Proprio su quest’ultimo fronte si starebbe cercando di avere non soltanto l’adesione del Qatar tramite Qia (che ha già firmato un confidentiality Agreement), ma anche quella di un altro fondo sovrano, che alcuni rumors indicherebbero in Temasek. Ma la partita sembra complicata e l’esito non è scontato.