Permira, Alpha, Pai e Carlyle aprono il dossier Permasteelisa

I fondi di private equity aprono il dossier Permasteelisa, azienda italiana specializzata nella costruzione degli involucri dei grattacieli. Sulla società, controllata dalla conglomerata giapponese Lixil, starebbe infatti per partire un processo competitivo. Al lavoro per il gruppo nipponico ci sarebbe la banca d’affari britannica Barclays, che starebbe per inviare ai potenziali interessati la documentazione d’avvio di asta.
In prima fila per l’operazione ci sarebbero, secondo indiscrezioni, numerosi gruppi di private equity: da Alpha fino a Permira, Cinven, Pai e Carlyle, in molti starebbero guardando il dossier. Tuttavia il processo pare soltanto all’inizio e non è da escludere che nella partita entrino anche gruppi industriali.
Di sicuro, la multinazionale giapponese Lixil sembra pronta a cedere la controllata italiana che possiede nel suo portafoglio dal 2011, quando era stata acquistata per oltre 570 milioni di euro. A vendere al gruppo di Tokyo erano stati i fondi Alpha e Investindustrial che detenevano a quel tempo in modo paritetico (al 50% ciascuno) il gruppo di Vittorio Veneto.
La giapponese Lixil avrebbe deciso di vendere Permasteelisa come conseguenza della strategia di razionalizzazione delle sue attività internazionali.
Il gruppo italiano resta infatti un brand forte a livello internazionale, grazie alle commesse ricevute nel mondo per la costruzione degli involucri dei grattacieli: con un giro d’affari di circa 1,5 miliardi di euro. Il tema sul tavolo resta però quello della redditività dell’azienda, magrado il fatturato in crescita.
Nelle scorse settimane era circolato anche che tra i potenziali interessati ci potrebbe essere una cordata guidata dal fondatore di Permasteelisa, l’imprenditore Massimo Colomban. Tuttavia i private equity potrebbero essere i soggetti più interessati all’acquisizione, vista anche la valutazione dell’operazione (superiore ai 600 milioni di euro) e la necessità per molti fondi di effettuare operazioni in Italia, mercato che ultimamente sta un po’ latitando sul versante delle operazioni dai 500 milioni di euro in su.