Inter, la rete societaria di controllo di Suning tra Lussemburgo, Hong Kong e Cina

Prima un veicolo lussemburghese, poi due holding di Hong Kong, infine altre due società cinesi, tra cui Suning Holdings Group, la cassaforte detenuta al 100% dal noto patron Zhang Jindong. E’ questa, secondo quanto ricostruito da Radiocor Plus, la lunghissima catena di controllo con cui Suning esercita la propria presa sull’Inter, di cui – a valle dell’assemblea straordinaria dello scorso 28 giugno – detiene il 68,5% delle quote (Erick Thohir è rimasto al 31% mentre Massimo Moratti è definitivamente uscito dal capitale). Per ricostruire tutta la filiera a monte del club nerazzurro, bisogna tornare proprio all’ultima assemblea dei soci: in quell’occasione infatti Suning è salita al 68,5% utilizzando il veicolo lussemburghese Great Horizon Sarl, che vede come amministratore Yang Yang, poi entrato nel cda dell’Inter. Great Horizon, costituita solo sette giorni prima, è controllata al 100% dalla società di Hong Kong Suning Sports International Limited, il cui capitale è interamente detenuto da un’altra holding domiciliata nell’isola asiatica, la Suning Culture International Limited. A sua volta, quest’ultima è controllata dalla quasi omonima Suning Culture Investment Management, che tuttavia ha sede in Cina. Infine, siamo all’ultimo passaggio, il capitale di questo veicolo cinese – stando ai documenti della State Administration for Industry & Commerce of China – è detenuto al 90% dalla Suning Holdings Group, la cassaforte di famiglia di Zhang Jindong, e al 10% da Chen Yan. L’identità di quest’ultimo soggetto è un piccolo mistero: non è chiaro se si tratti di una persona fisica, per esempio un manager della galassia Suning (già in passato Mr Zhang ha premiato i propri fedelissimi con ricchi pacchetti azionari), oppure di una società in accomandita comunque riconducibile al patron. In ogni caso, questo 10% – stando ai documenti di Pechino – sarebbe stato sottoscritto ma non versato.