Vivendi cerca l'alleanza con Mediaset per la piattaforma anti-Netflix. E nell'accordo potrebbe entrare Premium

Un progetto per una piattaforma dei contenuti in 4 Paesi europei: Francia, Spagna, Italia e Germania. Vivendi e il suo presidente Vincent Bollorè starebbero lavorando al lancio di una joint venture tra diversi operatori capace di contrastare i nuovi colossi americani dei contenuti (con la minaccia Netflix) e di veicolare film, serie televisive ed altro. È questo il piano di Vivendi che, nelle ultime settimane, è stato esposto ai possibili alleati: cioè Mediaset, forte della sua presenza in Italia e in Spagna, e un operatore tedesco attivo nei contenuti sul cui nome c’è ancora stretto riserbo. Sul dossier starebbe lavorando, per conto del colosso multimediale transalpino, l’imprenditore Tarak Ben Ammar, uomo di grandi relazioni con le major statunitensi. Ben Ammar avrebbe viaggiato a lungo negli ultimi mesi su incarico di Vincent Bollorè per incontrare grandi major come Universal, Fox, Sony. La conclusione sarebbe stata univoca: per contrastare Netflix serve una piattaforma europea, in quanto chi non è globale è destinato a morire. Da qui il progetto di creare una joint venture azionaria. I quesiti sono tuttavia ancora diversi: quale potrebbe essere la governance della newco (al lavoro per Mediaset e Vivendi sono gli studi Chiomenti e Carnelutti), quali i pesi azionari e quali gli accordi commerciali? Inoltre cosa confluirebbe nella piattaforma? Sul tavolo ci sono i servizi cosiddetti Over-The-Top, che forniscono, attraverso la rete Internet, film e serie televisive a pagamento. Oltre alle importanti attività francesi, Vivendi ha lanciato in Germania una società di streaming (Watchever). Mediaset ha invece asset nei contenuti in Spagna e Italia, come ad esempio Infinity. Oltre a Vivendi e Mediaset, altri operatori dei contenuti europei potrebbero entrare come soci nella piattaforma, che sarebbe quindi un anti-Netflix. Ma non sarebbero azionisti del nuovo veicolo Telefonica e Telecom Italia, entrambe legate a Vivendi, che potrebbero comunque fornire la tecnologia Internet necessaria ai contenuti. Ma resta un nodo: capire se nella piattaforma allo studio potrebbero confluire anche partecipazioni nelle pay tv e quindi di riflesso i diritti del calcio. I riflettori sono su Mediaset Premium, dove fra l’altro Telefonica è socio con l’11 per cento. Inoltre Vivendi possiede Canal+ in Francia. Il tema non sembra ancora totalmente chiaro, anche se le indiscrezioni indicherebbero che la trattativa con Vivendi potrebbe alla fine coinvolgere la pay tv Premium. Il dossier sarebbe portato avanti direttamente dall’amministratore delegato di Mediaset, Piersilvio Berlusconi, con Vincent Bolloré. Uno scoglio da superare su Mediaset Premium riguarda il possibile prezzo di conferimento nella piattaforma. Quando Telefonica ha rilevato l’11% di Premium a gennaio del 2015 per 100 milioni la società fu valorizzata 1 miliardo circa.

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