Gli 1,5 mld Npl di Marche, Etruria, Chieti e Ferrara verso vendita a pacchetti. Test dopo l'accordo sulle garanzie statali

Vendita in più pacchetti sulla base della tipologia dei crediti. Si comincia a strutturare l’operazione di cessione delle sofferenze dei quattro istituti finiti nel salvataggio governativo: cioè Banca Marche, Carife, Carichieti e Popolare Etruria. Il valore dei prestiti che saranno ceduti in pacchetti, all’origine pari a 8,5 miliardi, sarà svalutato a 1,5 miliardi. Questo pacchetto, secondo le indiscrezioni, verrà suddiviso in differenti tranche in base alla tipologia del prestito: innanzitutto ci sarà la suddivisione tra secured e unsecured. In secondo luogo i non performing loan verranno separati in base all’origine: cioè crediti immobiliari residenziali, commerciali o di altro tipo, credito al consumo e via via le altre tipologie. Più difficile che l’enorme mole di crediti dubbi venga suddivisa in base alle regioni di provenienza: cioè Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo e Marche. Le offerte dei fondi potrebbero dunque essere per tutto il portafoglio oppure per singoli pacchetti. I riflettori sono ora puntati sul veicolo contenente le sofferenze dei quattro istituti finiti nel salvataggio. Tuttavia l’asta sulla «bad bank» di questi ultimi dovrebbe partire dopo che verrà fatta luce sulla vendita della good bank, cioè sulla «parte buona» di Banca Marche, Carife, Carichieti e Etruria che è oggetto di un’asta dove le manifestazioni d’interesse sono arrivate la scorsa settimana. È prevedibile che l’asta sulla «bad bank» dei quattro istituti regionali possa dunque entrare nel vivo solo nella prossima estate. In corsa ci saranno tutti i leader internazionali dei non performing loan: Apollo, Lone Star, Cerberus, Anacap, Fortress, Blackstone. Di sicuro, la cessione di questo portafoglio da 1,5 miliardi potrebbe essere un primo valido banco di prova dell’accordo tra Italia e Ue sulle sofferenze, che prevede che possano essere concesse le garanzie statali alle emissioni senior. Secondo le indiscrezioni i grandi fondi istituzionali esteri starebbero infatti cercando di capire se alla prossima vendita del portafoglio di non performing loan di Banca Marche, Carife, Carichieti e Etruria potranno essere applicate le garanzie statali. Tra gli operatori di mercato, del resto, l’intesa Governo-Ue sugli Npl ha generato un acceso dibattito e opinioni contrastanti. C’è chi è scettico, visto che aveva sperato in quacosa di più simile a una «bad bank»: soprattutto pensa che gli investitori e le banche stesse non avranno grandi motivazioni a fare le operazioni. Chi invece lo ritiene un buon accordo. Per un semplice motivo. Renderà più sicuro investire in Italia per molti fondi esteri, visto che – in termini di emissioni garantite – sarà come comprare un Btp con un rating tripla B. Gli effetti, secondo questi stessi operatori, si vedranno però nel medio periodo perché all’inizio molte banche non venderanno portafogli per evitare perdite. E la miccia che potrebbe innescare un circolo virtuoso potrebbe essere proprio la imminente dismissione del portafoglio di Banca Marche, Carife, Carichieti e Popolare Etruria. Dall’estate in poi il mercato degli Npl potrebbe avere un’accelerazione.