Saipem targata Fsi ed Eni: nel futuro l'ingresso di un fondo sovrano asiatico e (forse) una grande fusione internazionale

Il Fondo Strategico entra in Saipem al fianco di Eni e già si guarda al futuro. Per capire quello che sarà bisogna spiegare quello che stava per succedere. Ai tempi di Scaroni amministratore delegato di Eni, infatti, Saipem era a un passo dall’essere ceduta a concorrenti come Subsea 7 o Technip. Ma questi ultimi non erano interessati a Saipem nella sua interezza ma soltanto a parti della società italiana. Quindi, fosse stata ceduta a quel tempo, per Saipem si sarebbe aperto lo scenario di un possibile spezzatino. Ma veniamo al domani: difficile dire cosa succederà in quanto Saipem, malgrado l’ingresso del Fondo Strategico e il prossimo lancio di un aumento di capitale da 3,5 miliardi, resta attiva in un settore molto volatile, legato al prezzo del petrolio. Ma in ogni caso l’ingresso di Fsi e il prossimo aumento di capitale sembrano solo la prima parte di un progetto di più ampio respiro. Il disegno (poi bisognerà vedere se sarà concretizzato o meno) resta quello di trasformare Saipem da preda (come poteva essere due anni fa) a perno di un consolidamento internazionale. Insomma, l’obiettivo è far diventare Saipem aggregatore (con pari dignità e influenza) rispetto a società come la stessa Technip (dove è presente il fondo strategico francese) e Subsea7. Ma c’è di più. Sembra che prima di una grande fusione internazionale alla pari (magari obiettivo fra qualche anno) il prossimo passaggio sarà far entrare nell’azionariato un fondo sovrano asiatico. E qui i rumors sono ancora abbastanza difficili da mettere a fuoco: di sicuro, non sarà un fondo sovrano del Golfo Persico (per intenderci il Qatar o Abu Dhabi) in quanto questi fondi sovrani sono già abbastanza esposti nel loro portafoglio sulle società petrolifere o collegate al petrolio.

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