Sirti, il fondo Orlando sfida i cinesi di Zte

Diventa un’asta quella per il riassetto azionario di Sirti, gruppo italiano storico nel settore delle Tlc e famoso per aver realizzato la rete in rame dell’allora Sip. Secondo indiscrezioni all’advisor Lazard, che sta lavorando sul dossier, sarebbe arrivata la manifestazione d’interesse del fondo di private equity Orlando, che si andrebbe quindi ad aggiungere alla candidatura già arrivata nello scorso mese da parte del gruppo industriale cinese Zte: cioè uno dei gruppi della Grande Muraglia più attivi nel settore dei servizi per le telecomunicazioni e intenzionato ad espandersi in Europa. Orlando è un fondo noto per la forte specializzazione nel settore del turnaround. E in effetti Sirti è un’azienda che, malgrado la riorganizzazione degli ultimi anni, ha bisogno di un ulteriore rilancio. Negli ultimi anni l’Ad Stefano Lorenzi, arrivato nel 2011 dopo aver guidato Alcatel Lucent in Italia, ha fatto crescere Sirti con un incremento medio annuo del fatturato del 10 per cento: con 620 milioni di ricavi nel 2014 e un portafoglio ordini di 550 milioni. Tuttavia c’è la necessità di un nuovo socio che finalizzi il rilancio con ulteriori investimenti. Oggi l’azionariato di Sirti è infatti variegato: ci sono fondi di private equity come Investindustrial, Clessidra e 21 Investimenti, ma anche investitori mezzanini (fra cui Ver Capital e Emisys Capital) fino a soci industriali (come Techint) e istituti di credito come Banca Intesa, socio dopo aver convertito anni fa un prestito convertendo di 40 milioni ma anche creditore (per circa 200 milioni). Quasi tutti questi soggetti, in maggioranza i soci finanziari, puntano a monetizzare il proprio investimento. Così alcuni mesi fa il consiglio di Sirti presieduto da Angelo Miglietta ha conferito a Lazard l’incarico per individuare opzioni strategiche.

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