Per gli aeroporti di F2i in campo gli australiani di Ifm e gli americani di Global Infrastructure

Le manifestazioni d’interesse formali per ricevere gli information memorandum sarebbero arrivate venerdì scorso.
È il primo passo per la partenza del processo di vendita di una quota importante di minoranza (si parla del 49%) di F2i Aeroporti, la holding che detiene le partecipazioni del fondo nel settore aeroportuale (tra le quali gli scali di Torino, Napoli, Milano Malpensa e Linate, Bologna e Bergamo).
Si tratta di una rete di partecipazioni di grande valore strategico, oltre che economico, visto che la stima per l’intero capitale azionario della società presieduta da Mauro Maia è attorno agli 800 milioni di euro. E, secondo le indiscrezioni, tra i soggetti più interessati a valutare l’operazione ci sarebbero gli australiani di Ifm, l’Industry Funds Management che è già noto in Italia per essere tra i soggetti selezionati per Cdp Reti. In effetti, l’Ifm è uno dei maggiori fondi infrastrutturali al mondo con una dotazione di svariati miliardi di dollari australiani.
Ma Ifm non sarebbe l’unico soggetto in gara visto che a rispondere all’invito degli advisor Unicredit e Hsbc sarebbero stati una ventina di soggetti tra i quali ci sarebbero anche i francesi di Ardian, già socio a monte della catena di F2i. In lizza ci sarebbero poi fondi infrastrutturali inglesi e statunitensi. Si fa anche il nome di Global Infrastructure Partners, uno dei colossi americani del settore, concorrente diretto Oltreoceano di Goldman Sachs Infrastructure: Gip gestisce infatti per conto dei propri sottoscrittori quasi 20 miliardi di dollari di investimenti.
Al contrario, rispetto alle attese dei mesi scorsi, non sarebbero per ora della partita i grandi fondi asiatici e del Golfo Persico, forse un segnale che gli investitori di questa parte del mondo sarebbero diventati un po’ più cauti nell’allocazione del loro portafoglio sull’Europa. Ora si attende che i maggiori candidati all’acquisizione si possano restringere a cinque-sei nomi, soprattutto dopo le offerte non vincolanti che sarebbero previste ai primi di settembre. Con la vendita del 49% di F2i Aeroporti, il fondo punterebbe a raccogliere circa 450-500 milioni di euro. Le partecipate di F2i nel settore aeroportuale hanno archiviato nel 2013 un Ebitda di 254 milioni e ricavi pari a 1 miliardo di euro, con debiti a circa 545 milioni. Le valutazioni nel settore si situano in un range compreso tra 10 e 14 volte l’Ebitda. F2i punta a cedere una partecipazione di minoranza qualificata per continuare a lavorare sul consolidamento del mercato degli hub. Il vincitore della gara potrà infatti co-investire con F2i in Sea, attualmente partecipata al 36%, in caso di discesa del Comune di Milano nel capitale (ora Palazzo Marino ha il 55%).
L’asta prosegue mentre si attendono notizie sul cambio ai vertici di F2i con l’uscita di Vito Gamberale: dopo che le Fondazioni azioniste avevano indicato il nome di Renato Ravanelli (ex-manager A2a), è stato dato un mandato alla società di head hunting Korn Ferry che è ormai alle battute finali per vagliare gli altri candidati tra cui il manager Telecom Piergiorgio Peluso (sostenuto da Unicredit) e il banker di Bofa Merrill Lynch Marco Morelli. Una decisione dovrebbe essere presa a giorni.