Ilva di Taranto, la famiglia Riva chiama in soccorso Enrico Bondi

Tra sequestri dell'acciao da parte della magistratura e arresti eccellenti, il gruppo Riva, proprietario dello stabilimento Ilva di Taranto, rischia di trovarsi impantanato in mille problemi. I guai restano malgrado il decreto salva-Ilva dello scorso dicembre. E ieri ci ha pensato pure il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz a spiegare che "nel caso Ilva di Taranto 'la contaminazione è inaccettabile ed i responsabili devono pagare per le loro colpe'. Ma le chiusure non sono una soluzione, perche' l'Europa 'ha bisogno di una politica industriale'' e 'non bisogna contrapporre gli interessi ambientali alla produzione industriale".

Insomma la situazione resta pesante e potrebbe servire una gestione dell'azienda più ferrea: così la famiglia Riva, che ha già nominato come presidente di garanzia l'ex-prefetto Bruno Ferrante, avrebbe intavolato colloqui con l'ex commissario della spending review Enrico Bondi. Il super-manager è gradito agli ambienti governativi e ha una grande esperienza nell'acciaio, avendo risanato la bresciana Lucchini. Inoltre ha esperienza di dialogo con i Tribunali, visto che quando è stato amministratore delegato di Parmalat ha dipanato la matassa giudiziaria di uno dei maggiori scandali finanziari della storia italiana.

 

  • Carlo Festa |

    Caro Claudio, di sicuro Schulz non ha fatto una bella uscita…

  • Carlo Festa |

    Caro Claudio, di sicuro Schulz non ha fatto una bella uscita…

  • Carlo Festa |

    Credo che lei abbia pienamente ragione. La situazione della Ilva di Taranto va risolta in modo concreto e senza parole a vuoto. Grazie per il suo commento.

  • Carlo Festa |

    Credo che lei abbia pienamente ragione. La situazione della Ilva di Taranto va risolta in modo concreto e senza parole a vuoto. Grazie per il suo commento.

  • CLAUDIO MONTEDURO |

    Mi piacque il Presidente Schulz quando fu paragonato a un capò dal ns Berlusca e fu un gran signore a non rispondergli per le rime. Mi piace ora meno che per gli interessi economici di industrie non si tengano in conto i problemi ambientali vulnerati dagli inquinamenti che queste procurano a noi tutti. Infatti parlo da Taranto ed è ineludibile che non si ponga fine al disastro che l’ILVA ha procurato alla città e ai suoi abitanti. Le patologie tumorali in questa disgraziata città sono un record poco invidiabile per diffusione. Se lo ricordi il presidente Schulz

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