Tra sequestri dell'acciao da parte della magistratura e arresti eccellenti, il gruppo Riva, proprietario dello stabilimento Ilva di Taranto, rischia di trovarsi impantanato in mille problemi. I guai restano malgrado il decreto salva-Ilva dello scorso dicembre. E ieri ci ha pensato pure il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz a spiegare che "nel caso Ilva di Taranto 'la contaminazione è inaccettabile ed i responsabili devono pagare per le loro colpe'. Ma le chiusure non sono una soluzione, perche' l'Europa 'ha bisogno di una politica industriale'' e 'non bisogna contrapporre gli interessi ambientali alla produzione industriale".
Insomma la situazione resta pesante e potrebbe servire una gestione dell'azienda più ferrea: così la famiglia Riva, che ha già nominato come presidente di garanzia l'ex-prefetto Bruno Ferrante, avrebbe intavolato colloqui con l'ex commissario della spending review Enrico Bondi. Il super-manager è gradito agli ambienti governativi e ha una grande esperienza nell'acciaio, avendo risanato la bresciana Lucchini. Inoltre ha esperienza di dialogo con i Tribunali, visto che quando è stato amministratore delegato di Parmalat ha dipanato la matassa giudiziaria di uno dei maggiori scandali finanziari della storia italiana.