Esselunga in Borsa vale 6,5 miliardi: ecco il confronto con Walmart, Ahold e Carrefour

Quanto varrà Esselunga nel caso dovesse quotarsi in Borsa? Un valore ipotetico è 6,5 miliardi: dati da 4,5 miliardi della parte commerciale e 2,5 miliardi delle attività immobiliari. I principali competitor quotati ai quali guardare in vista dell’Ipo sono Walmart, Whole Foods, Costco negli Stati Uniti e l’olandese Ahold Delhaize, la francese Carrefour e l’inglese Morrison in Europa. Walmart scambia ad esempio a circa 8,5 volte in termini di rapporto tra valore d’impresa e Ebitda. Il colosso statunitense quota circa 18 volte i propri utili. Al contrario la francese Carrefour quota a circa 15 volte gli utili con un rapporto tra valore d’impresa ed Ebitda di oltre 4 volte. Se si guarda sempre all’Europa per l’olandese Ahold questo parametro raggiunge le 6 volte. In media i gruppi della grande distribuzione americani sono valutati con multipli più cari rispetto ai concorrenti europei: i gruppi Usa quotano in media 19 volte gli utili e hanno un rapporto Ev/Ebitda di oltre 9 volte contro le 16 volte i profitti e il rapporto vicino a 6 come Ev/Ebitda per i gruppi europei, che sono quindi più a buon mercato. Se infine si guarda alla capitalizzazione il record è appunto di Walmart con 238 miliardi di dollari. In Europa, invece, Ahold vale 27 miliardi di dollari, Carrefour 20 miliardi e Morrison 7 miliardi. Quindi Esselunga arriverebbe in Borsa con una capitalizzazione assai più bassa dei grandi competitor internazionali, anche se per il solo mercato italiano 6 miliardi restano pur sempre un valore di primissimo livello.

  • Roberto F. |

    Caro Festa, vera o presunta che sia secondo i suoi canoni Goldman non sarebbe mai emersa. Per gestire le grandi operazioni bisogna essere nelle classifiche? L’Asia funziona ben diversamente. E una sana rotazione dei professionisti non sarebbe malvagia. Viva il merito.

  • Roberto F. |

    Caro Festa, vera o presunta che sia secondo i suoi canoni Goldman non sarebbe mai emersa. Per gestire le grandi operazioni bisogna essere nelle classifiche? L’Asia funziona ben diversamente. E una sana rotazione dei professionisti non sarebbe malvagia. Viva il merito.

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