L'alimentare risbarca in Borsa: la pasta Di Martino-Antonio Amato punta a quotarsi a Piazza Affari

Il gruppo Pastificio Di Martino Gaetano e F.lli, proprietario della pasta Antonio Amato, procede verso la quotazione a Piazza Affari. Non sarà un percorso rapido, ma l’azienda campana si è affiancata all’advisor Banca Imi nel processo che potrebbe portare allo sbarco a Piazza Affari, probabilmente preceduto dall’ingresso di un private equity in minoranza.
«Nel 1998 il gruppo aveva un giro d’affari di 12 miliardi di lire, circa 6 milioni di euro. Oggi arriva a un fatturato consolidato di 165 milioni e puntiamo entro i prossimi tre anni a 250 milioni di giro d’affari. Il Pastificio Di Martino è uno degli storici produttori gragnanesi di pasta secca e tre anni fa ha acquisito, dopo un periodo di affitto di ramo d’azienda, anche il Pastificio Antonio Amato, caduto in fallimento, al termine di una procedura gestita dal Tribunale. Sulla Antonio Amato è stato realizzato un turnaround. Oggi realizza 14 milioni di fatturato all’anno e mira a confermarsi un marchio forte nella grande distribuzione italiana. Del resto, la storia del gruppo Di Martino è fatta di recenti acquisizioni per la crescita. Nel maggio scorso l’azienda campana ha rilevato il 67% del capitale dell’emiliana Grandi Pastai Italiani, unendo quindi alla produzione di pasta secca anche quella di pasta fresca. Così ai siti produttivi di pasta secca di Gragnano, Pastorano e Salerno, si sono aggiunti gli stabilimenti di Correggio e San Martino in Rio e quello di Sesto e Uniti (Cremona).
Il gruppo Di Martino è nato nel 1912 e si è subito caratterizzato per l’esportazione di pasta secca negli Stati Uniti, in Canada e nel nord Europa. Oggi, alla terza generazione della famiglia, la vocazione all’export non è mutata, anzi si è rafforzata. L’azienda genera una buona fetta di giro d’affari producendo pasta per conto terzi per grandi multinazionali come Tesco, Walmart e le Coop scandinave. La società finora ha colto le opportunità del mercato (seguita dall’advisor Giuseppe Sartorio di Banca Imi), senza servirsi della leva finanziaria: con linee per 39 milioni di debito contratte con Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca del Mezzogiorno. Il gruppo Di Martino ha oggi una redditività di circa il 10% e l’obiettivo è portare allo stesso livello quella di Grandi Pastai Italiani, che invece è più bassa (3-4%). Ora si avvicina per la società l’ingresso di un private equity in minoranza e, successivamente, l’Ipo a Piazza Affari, dove è già presente nel programma Elite di Borsa Italiana.