Profondo rosso Unicredit (11,8 miliardi) a causa delle svalutazioni. Tutto pronto per l'aumento ai primi di febbraio

Unicredit prevede di chiudere il 2016 con una perdita di 11,8 miliardi. E’ stato comunicato al termine del cda odierno che ha esaminato i risultati preliminari. La società sottolinea che «il gruppo ha preso in considerazione una serie di ulteriori svalutazioni una tantum pari a circa un miliardo di euro, che si attende verranno contabilizzate nell’esercizio 2016». A pesare sono una serie di poste una tantum che «derivano principalmente da una maggiore svalutazione della quota nel Fondo Atlante, di alcune partecipazioni e imposte differite attive (Dta) dovute a differenze temporali e dai contributi straordinari al fondo di risoluzione nazionale». Le nuove svalutazioni si aggiungono ai 12,2 miliardi di poste non ricorrenti già annunciati il 13 dicembre 2016. Il miliardo di ulteriori svalutazioni annunciato oggi non andrà a impattare sui target del piano industriale: «Gli obiettivi finanziari del piano ‘Transform 2019’ rimangono invariati – prosegue la nota – In particolare, l’obiettivo del Cet1 ratio si conferma al di sopra del 12,5% nel 2019, in linea con la guidance comunicata durante il capital markets day, in quanto la maggior parte degli impatti delle citate poste non ricorrenti erano già inclusi nei target».
Nel frattempo, tutto è pronto per il via libera all’aumento di capitale da 13 miliardi di euro, che dovrebbe prevedere uno sconto (Terp) del 40%. Dovrebbe essere accelerata l’operazione con l’inizio anticipato al 6 febbraio. Il road show ufficiale a Milano partirà in quella data, anche se Mustier è già stato nei giorni scorsi a Londra.