Il fondo Pamplona mette nel radar il dossier di Mps. Secondo indiscrezioni il private equity, già presente con il 5,01% in UniCredit, avrebbe infatti ricevuto dalle banche d’affari il dossier per un eventuale investimento in Montepaschi e starebbe valutando attentamente un’operazione.
Nulla al momento sarebbe comunque stato deciso nel quartier generale londinese del fondo, anche se non verrebbe scartata l’ipotesi di rilevare una quota consistente della banca nel futuro aumento di capitale da almeno 3 miliardi di euro che dovrebbe essere lanciato entro i primi sei mesi dell’anno.
Le indiscrezioni su un interesse di Pamplona sono iniziate a circolare verso la fine dello scorso anno. A dire la verità, i rumors riguardavano un possibile coinvolgimento di Pamplona come candidato ad acquistare parte della quota della Fondazione Mps, quel 33,5% che dovrà essere ceduto (in tutto o in parte) per venire incontro alle esigenze di rimborso dei finanziamenti bancari contratti dalla stessa Fondazione.
Nelle ultime settimane sono circolate inoltre ipotesi sulla struttura dell’operazione che la Fondazione Mps avrebbe in mente: con la creazione di una newco nella quale far confluire la quota nella banca di Siena e anche i debiti. In questo nuovo veicolo, secondo il disegno allo studio, dovrebbero poi entrare i nuovi soci, cioè gli interlocutori con cui starebbe discutendo la fondazione senese. Fra questi ultimi sono stati indicati come potenziali partner, nelle ultime settimane, la Fondazione Cariplo e Cariverona, da coinvolgere magari con un equity swap delle loro quote in Intesa Sanpaolo e Unicredit. E, come soci puramente finanziari in grado di iniettare cassa, sono circolati i nomi del gruppo arabo Aabar, anch’esso già socio di Unicredit, e dell’hedge fund di Davide Serra Algebris. Tuttavia sia le Fondazioni sia Algebris si sono affrettati a smentire (almeno per ora) un loro coinvolgimento e trattative in corso con l’ente senese.
Ora a circolare è invece il nome del fondo Pamplona. C’è dunque da chiedersi se Pamplona, che ha già investito in UniCredit e intavolato buone relazioni con il mondo bancario italiano, non corrisponda all’identikit di quel socio finanziario che è stato auspicato anche dal presidente Alessandro Profumo, che con l’Ad Fabrizio Viola è stato confermato alla guida dell’istituto.
Al momento, tuttavia, Pamplona sembrerebbe più propenso a valutare soltanto la sottoscrizione di azioni Mps in fase di aumento di capitale. Pamplona è un private equity localizzato a Londra ma con un forte legame con la Russia. Pamplona gestisce oltre 6,5 miliardi di dollari per conto di fondi pensione, family office e fondi hedge. Il legame con Mosca è collegato al nome di Alexander Knaster, fondatore presidente e Ceo di Pamplona, ma in passato amministratore delegato di Alfa Bank, l’istituto russo del gruppo Alfa di Mikhail Fridman, oligarca vicino a Vladimir Putin.