Pioneer, per l'asset manager di Unicredit sfida tra la cordata Cvc-Advent e Amundi

Per Pioneer ora rientrano in corsa i giganti del private equity. Intorno all’asset manager di UniCredit si stanno catalizzando le attenzioni di grandi gruppi finanziari, che si vanno ad aggiungere ai gruppi strategici.
La situazione si sta evolvendo proprio in questi giorni, dopo il mandato affidato dalla banca di piazza Gae Aulenti all’advisor finanziario Jp Morgan e ai legali di Gianni Origoni Grippo Cappelli. Nel quartier generale dell’istituto guidato da Jean Pierre Mustier sarebbero infatti già arrivate alcune manifestazioni d’interesse informali, alcune da fondi di private equity altre da gruppi industriali.
Tra i grandi private equity ci sarebbero alcuni fondi che conoscono bene il dossier Pioneer, in quanto sono stati tra i potenziali compratori già giusto due anni fa dopo un’attenta due diligence: i fondi Cvc e Advent nel settembre 2014 hanno infatti partecipato a una prima asta per l’asset manager, finita poi con la vittoria del gruppo bancario spagnolo Santander. Ma l’accordo con l’istituto iberico è poi saltato e ora si profila un nuovo possibile riassetto per Pioneer.
In realtà, Mustier non avrebbe ancora deciso il futuro della società di asset management. Così sarebbe stato affidato un mandato esplorativo a Jp Morgan per valutare diverse opzioni: la quotazione, ma anche un’alleanza industriale fino a una cessione. Una Ipo è stata indicata per diverso tempo come l’ipotesi preferibile, ma ha il difetto di non avere un’orizzonte temporale certo, a causa della volatilità dei mercati. Al contrario Mustier punta a trovare soluzioni efficaci prima del prevedibile lancio dell’aumento di capitale di Unicredit.
Così, nel frattempo, i possibili compratori di Pioneer provano a farsi avanti in modo informale. Resta da capire se nelle prossime settimane arriveranno anche offerte più concrete. Bocche cucite sulla Sgr in Unicredit che «non commenta indiscrezioni di mercato». Secondo i rumors, Cvc e Advent avrebbero cominciato a studiare il dossier da qualche settimana. I numeri di Pioneer sono ben noti ai due private equity, dopo la due diligence di due anni fa, quando era stato studiato pure un piano industriale per lo sviluppo dell’asset manager. Tuttavia, a differenza del 2014, è possibile che questa volta Cvc e Advent uniscano le forze e formino un vero e proprio consorzio per conquistare Pioneer.Non è da escludere che altri private equity entrino nella partita.
Tuttavia le chance dei fondi sembrano minoritarie, nel caso in cui Unicredit decidesse un’uscita da Pioneer, rispetto alle possibilità dei gruppi strategici: anche perché in quest’ultimo caso potrebbe profilarsi quella grande alleanza industriale che non è riuscita con Santander. I gruppi strategici interessati a Pioneer non mancano. A cominciare da Amundi (che Mustier conosce molto bene) per continuare con Generali. Invece un’ipotesi di un’eventuale integrazione tra Eurizon Capital (la Sgr del gruppo Intesa Sanpaolo) e Pioneer non è attualmente allo studio da parte della Cà de Sass. «Sul mio tavolo non ho niente su Eurizon-Pioneer», ha dichiarato il presidente dell’istituto, Gian Maria Gros-Pietro, a margine del workshop Ambrosetti a Cernobbio. Anche da Generali fanno sapere che «non risulta» un interessamento di Trieste al dossier Pioneer.
In realtà, il processo di riassetto sembra solo all’inizio e i potenziali acquirenti non hanno ancora mostrato le carte. Di sicuro, la possibilità di unire Pioneer con Eurizon o con il risparmio gestito di Generali ha un fascino indiscusso in quanto consentirebbe di costituire un campione nazionale proprio sul modello della francese Amundi.