Il mondo della finanza alla prova dei “Blue Eyes” di Chiara Ferragni

Riusciranno il marketing e il potere dei social network e dei follower a conquistare anche il mondo della finanza? Sta in questa domanda la sfida avviata da Chiara Ferragni per trovare un compagno di viaggio finanziario per la sua Fenice, azienda titolare dei diritti di sfruttamento del marchio della stessa Ferragni.

Il progetto avviato la settimana scorsa per trovare un fondo di private equity partner si chiama infatti Project Blue Eyes. Nel teaser curato da Bnp Paribas, ci sono i conti dell’azienda, ancora una start up a vedere bene i dati numerici: solo 1,1 milioni di fatturato nel 2020 (con perdite per 3,4 milioni), 5 milioni nel 2021. La previsione della Ferragni è che la società possa fare 30 milioni di fatturato nel 2025 con un Ebit Margin stimato del 30%. Ma è una previsione.

Le licenze spaziano in diversi settori: Disney, Oreo, Nespresso, Monnalisa, Morellato, Safilo, Evian, Champion, Aeffe. In vendita c’è il 40% posseduto dal socio Alchimia, ma anche ulteriori quote per un 66%. La Ferragni resterà azionista con ampi poteri di gestione. Tre le direttrici per la crescita indicate nel documento: passaggio dal business delle licenze a fashion brand, sviluppo estero, ulteriore accelerazione nel digitale.

Tra i fattori da considerare, per il possibile partner finanziario, c’è che il business della società è legato esclusivamente e in modo indissolubile al nome della Ferragni. Insomma, sarebbe una scommessa, per spiegarla in modo più generale, sul mondo degli influencer che per i prossimi 10-15 anni, secondo alcune stime, è previsto in crescita e diventare sempre più chiave come marketing strategy. Una scommessa dunque per i fondi di private equity che guarderanno il dossier Ferragni, fondi abituati a guardare in modo rigoroso i dati di bilancio attuali e prospettici.