Domani a Londra dettagli sulla fusione Wind-3 Italia

Domani dovrebbe essere il giorno X per avere dettagli sullo stato dell’arte della fusione tra Wind e 3 Italia. Vimpelcom presenterà infatti a Londra i dati semestrali e fornirà uno «strategic update»  probabilmente con l’indicazione dello stato dell’arte della fusione. Di sicuro, sono ore febbrili per i due gruppi delle telecomunicazioni e soprattutto per i due azionisti di riferimento: Vimpelcom (joint fra la Altimo dell’oligarca moscovita Mikhail Friedman e la norvegese Telenor) da una parte e dall’altra la cinese Ck Hutchison (il nuovo nome di Hutchison Whampoa).
Nella settimana appena trascorsa ci sarebbero stati diversi incontri ad alto livello a Londra fra gli azionisti (con gli advisor convolti Morgan Stanley, Goldman Sachs e Hsbc) per definire quelli che ormai sono gli ultimi aspetti del matrimonio. Secondo indiscrezioni il tabellino di marcia prevede che l’operazione possa essere chiusa in agosto, forse già nelle prossime due settimane. Tuttavia, come è già capitato negli anni passati quando l’unione è arrivata a un passo dal materializzarsi per poi fallire all’ultimo istante, la prudenza è d’obbligo visto che  è sempre possibile che si frapponga qualche ostacolo. Comunque fonti vicine alla trattativa descrivono la situazione come ormai vicina a un esito finale positivo.
Per quanto riguarda i dettagli, secondo i rumors la governance prevederà un controllo paritetico della nuova realtà: con il 50% a testa a Vimpelcom e a Ck Hutchison. Amministratore delegato sarà l’attuale ad di Wind, Maximo Ibarra, che porterà in dote i risultati ottenuti con Wind sul fronte della clientela (21,4 milioni nel mobile e 2,8 milioni nel fisso nel primo trimestre 2015) e della  redditività (margin ebitda al 38% che ci confronta con un margin ebitda di 3Italia attorno al 17%). Dall’altra parte il ruolo di direttore generale sarà ricoperto da Dina Ravera, Chief operating officer di 3 Italia. Da decifrare il ruolo futuro dell’ad di 3 Italia Vincenzo Novari, manager di fiducia di Li Ka-Shing e finito nelle ultime settimane nel totonomine tra i candidati alla direzione generale della Rai. Un eventuale sbarco di Novari a Viale Mazzini però sembra aver perso quota. Per lui si profilerebbe comunque una presenza nel Cda della nuova entità oltre a incarichi legati alle attività italiane di Li Ka-Shing (shipping e profumerie).
Dal punto finanziario l’operazione potrebbe prevedere lo studio di un aumento di capitale da circa 2 miliardi di euro per la nuova realtà che nascerà dall’aggregazione delle due società di telefonia. Da notare che Infostrada verrà mantenuta nel perimetro del nuovo gruppo, in quanto la telefonia fissa viene ritenuta strategica. Sarebbero stati anche ormai definiti gli aspetti più strettamente finanziari: Wind ha debiti per 9 miliardi di euro mentre 3 Italia ha debiti per circa 4 miliardi e perdite pregresse per 6 miliardi sempre ripianate in passato dal suo facoltoso azionista cinese. La situazione debitoria è comunque differente visto che l’esposizione di 3 Italia è tutta nei confronti del suo azionista. Dall’altra parte per Wind il debito affonda le sue radici nell’era Sawiris e legata all’operazione di acquisto, appunto a debito, da parte di Sawiris nel 2005. Va però detto che da quell’anno in poi Wind ha sempre prodotto un cash flow annuo superiore al miliardo di euro.
Il debito è comunque uno dei nodi più delicati nell’affaire Wind-3 Italia. In questa realtà da poco meno di 6,4 miliardi di euro di ricavi nel 2014 (4,6 miliardi per Wind e 1,7 miliardi per 3 Italia),  31,3 milioni di clienti nel mobile (quelli della sola 3 Italia sono 10 milioni)e 2,8 nel fisso (quelli di Infostrada), un Ebitda combinato sopra i 2 miliardi di euro, l’equilibrio fra conferimento del debito (che secondo alcuni osservatori per attestarsi a un livello ideale dovrebbe non superari i 7 miliardi) ed equity sarà il punto chiave.
I riflettori però, una volta che arriverà il via libera alla fusione Wind-3, sono anche puntati sul piano di investimenti nelle reti di nuova generazione e sul nodo occupazionale. Su questi due fronti sarebbe alla finestra anche il Governo italiano, che oltre a Telecom Italia segue con attenzione anche questo dossier. Una delle variabili che, una volta annunciata la fusione, dovrà essere valutata con attenzione è invece quella del via libera dell’Antitrust al matrimonio.