Clessidra, uno dei maggiori fondi di private equity italiani, raggiunge il primo closing del suo terzo fondo: che sarà annunciato a febbraio per 400-500 milioni di euro. L’obiettivo è di arrivare, alla fine del periodo di raccolta, ad avere impegni per oltre un miliardo di euro.
La sgr guidata da Claudio Sposito (affiancato dai partner Riccardo Bruno, Maurizio Bottinelli e Manuel Catalano e dal vice-presidente Francesco Trapani) punta a ottenere un fondo di dimensioni simili al precedente, cioè 1,1 miliardi di euro. C’è però da ricordare che il secondo fondo era partito con 1,4 miliardi di capitali, raccolti nel 2009, poi scesi successivamente a 1,1 miliardi viste anche le condizioni complesse del mercato del private equity.
Il primo closing a quota 400-500 milioni, che sarà annunciato a febbraio, è stato raggiunto in pochi mesi: a dimostrazione dell’interesse ottenuto per l’iniziativa da parte di Fondazioni, fondi pensione italiani ed esteri e da parte delle assicurazioni.
Il fondo II ha investito la sua cassa in particolare nel 2012: con investimenti in Balconi, dove adesso Clessidra è in fase di uscita, ma anche Euticals, Bitolea e Creval asset management). L’anno scorso è stata rilevato il gruppo della gioielleria Buccellati, mentre nel 2014 è stato effettuato l’investimento in Harmont&Blaine. È invece saltato per un soffio l’acquisto di una minoranza nei piumini Peuterey.
Tra i disinvestimenti c’è invece quello di Cerved, acquisito nel 2010 insieme a Bain Capital e rivenduto a Cvc: incassando 200 milioni rispetto ai 70 investiti. Ceduta anche la quota in Camfin-Pirelli: dove a fronte di un investimento di 150 milioni di equity sono entrati 250-280 milioni. Clessidra II ha monetizzato infine in Ipo la partecipazione in Anima Sgr. Tra i dossier critici c’è invece quello in Moby, dove Clessidra ha in corso una contesa legale con l’azionista di maggioranza Vincenzo Onorato, ma anche quello in Giochi Preziosi, dove la quota del fondo è in vendita.