Furla, tornano le voci di nuovi soci. Ma l'azienda: nessun riassetto

Tornano ad affacciarsi sul mercato le voci su un’apertura del capitale da parte del gruppo Furla. Anche se l’azienda ha sempre smentito rumors di questo tipo, e anche in questo caso nega un’operazione sul capitale, sul mercato in effetti si parla – tra gli operatori finanziari del settore – da qualche settimana con insistenza della possibile decisione da parte dei soci di scegliere un advisor finanziario per trovare un possibile partner azionario di minoranza. A riportare l’indiscrezione è Mergermarket.
Non è appunto la prima volta che circolano indiscrezioni di questo tipo. Per la società di pelletteria di San Lazzaro di Savena (Bologna), si era parlato negli anni scorsi di una possibile quotazione in Borsa e di un mandato in questa direzione a Barclays.
C’è da dire che in effetti per qualche anno la società ha anche accarezzato l’idea dello sbarco borsistico, tranne poi rinunciare al progetto. Due anni fa Tamburi (Tip) è uscito da Furla proprio per l’impossibilità di quotare in tempi rapidi il gruppo. Tip ha ceduto la sua quota a Bloom Holding, azionista di controllo di Furla, che fa capo a Giovanna Furlanetto e alla sua famiglia.
Nel 2020 l’azienda, come tutto il fashion, è stata colpita dal Covid, dopo un 2019 comunque in calo. Nel 2022 si attende una forte ripresa. Per la società – 513 milioni di euro di fatturato 2019 – l’area geografica più importante resta l’Europa: in percentuale l’Emea pesa per il 40,5 per cento, il Giappone per il 24,9 per cento e l’Asia Pacifico per il 27,6 per cento. Gli Stati Uniti per ora sono un mercato marginale, con il 7 per cento di giro d’affari. Attualmente il gruppo fa capo a diversi rami della famiglia: a Giovanna Furlanetto e alla sua famiglia, mentre le restanti quote agli eredi di Carlo Furlanetto, fratello di Giovanna.