Advent e Bc Partners aprono il dossier di Facile.it

È iniziato il conto alla rovescia per la valorizzazione, da parte del fondo scandinavo Eqt, della partecipazione in Facile.it, gruppo digitale leader nella comparazione di assicurazioni, prodotti di finanziamento e tariffe energetiche.
Al lavoro è infatti la banca d’affari americana Goldman Sachs, che non avrebbe tuttavia ancora avuto un incarico formale. Sul tavolo c’è ancora un «dual track», cioè una doppia opzione che prevederebbe la vendita di Facile.it oppure la quotazione. Ma questa seconda ipotesi sembra ormai in subordine.
La tempistica prevede, secondo i rumors, che entro fine gennaio ci sia un incontro tra gli esponenti di Eqt e quelli della banca statunitense. Nel caso venisse formalizzata la scelta del processo di vendita, come sembra ormai molto probabile, quest’ultimo inizierà nel mese di aprile, per concludersi entro fine anno.
È molto probabile che Eqt decida di avviare entro qualche mese la vendita della controllata, in quanto c’è molto appetito tra i fondi di private equity internazionali per questa tipologia di asset.
Alcuni investitori si sarebbero già fatti avanti. Tra i fondi che starebbero esaminando con attenzione il dossier, in vista di una discesa in campo, ci sarebbero grandi private equity come Bc Partners, Cinven, Advent e Bain Capital. Molti di questi ultimi avevano partecipato anche al processo competitivo, grazie al quale nel 2018 il gruppo scandinavo Eqt aveva rilevato il controllo di Facile.it.
La valutazione di quest’ultima, secondo le attese dell’azionista Eqt, sarebbe rilevante: si parla, in ogni caso, di un multiplo a due cifre. La stima che circola, secondo i rumors, è infatti superiore ai 750 milioni di euro. Nel 2018, secondo le indiscrezioni, Eqt aveva invece rilevato Facile con una valutazione di 450 milioni.
Queste cifre, in base alle aspettative del fondo scandinavo, si baserebbero sulla crescita esponenziale che sta mettendo a segno Facile.it, con tassi del 25% all’anno. Il giro d’affari si attesta ormai a una quota superiore ai 140 milioni, con un ebitda margin, quindi una redditività, al di sopra del 30 per cento.