I gruppi strategici americani aprono il dossier del gruppo Lima Corporate, uno dei principali operatori al mondo nella progettazione, produzione e distribuzione di protesi ortopediche.
Potrebbe arrivare da Oltreoceano il compratore della multinazionale italiana delle protesi ortopediche, attualmente controllata dal fondo scandinavo Eqt. Nelle ultime settimane sarebbe iniziato così un processo per valutare le possibili opzioni di cessione a disposizione, dopo le manifestazioni d’interesse che sono arrivate da gruppi strategici statunitensi.
Su Lima Corporate già un anno fa era stata decisa una doppia opzione: un «dual track», cioè un doppio binario, tra quotazione e cessione per il quale erano state incaricate anche due banche: cioè Morgan Stanley e Credit Suisse. Come advisor incaricato c’era invece Lazard.
Ora lo sbarco in Borsa sembra una carta secondaria, visto che potrebbero manifestarsi soprattutto dei compratori industriali dell’healthcare. Lima Corporate, del resto, è attiva in un settore strettamente collegato agli ospedali e ai servizi sanitari: il progressivo calo della pressione sulle strutture ospedaliere causata dalla pandemia da Covid, ha fatto riprendere gli interventi di chirurgia ortopedica nelle sale operatorie.
Lima fornisce infatti protesi per pazienti con problematiche di tipo ortopedico. Fondata nel 1945 da Gabriele Lualdi e con sede a Villanova di San Daniele (Udine), Lima Corporate nel 2015 è stata ceduta a Eqt dal private equity Ardian, dalla famiglia Lualdi, da Nb Reinassance e da Mir Capital, con l’amministratore delegato Luigi Ferrari che aveva reinvestito per una minoranza. Nel 2017 la stessa Lima Corporate ha rifinanziato il debito con due bond per complessivi 275 milioni.
Lima Corporate in questi anni è cresciuta per linee organiche. Nel 2015, al momento dell’ingresso di Eqt, aveva raggiunto un fatturato di 145 milioni di euro e un ebitda di 38 milioni. La società ha invece chiuso il 2019 con ricavi per 223 milioni di euro, un ebitda di oltre 57 milioni e un debito finanziario netto di oltre 300 milioni.
Gli ultimi dati disponibili si riferiscono al primo semestre del 2020, che si è chiuso con calo di fatturato e di Ebitda rispetto ai primi sei mesi del 2019: con oltre 90 milioni di ricavi, un ebitda di oltre 21 milioni e un debito più o meno inalterato sull’anno precedente. A pesare sono stati il Covid e la pressione sugli ospedali e sulle sale operatorie. Con la ripresa delle attività ospedaliere, il margine operativo lordo è tornato sui livelli pre-covid e ha superato i 60 milioni. La valutazione per l’azienda, circolata nei mesi scorsi,era attorno al miliardo di dollari.