Eni vince il processo competitivo sull'eolico di Glennmont in Italia

Alla fine è stata Eni a prevalere per acquisire il portafoglio italiano nell’eolico ceduto da Glennmont Partners e Pggm Infrastructure Fund. L’operazione era già nell’aria da tempo: proprio sul Sole 24 Ore era stato anticipato l’interesse di Eni e degli altri big del settore dell’energia per il maxi-pacchetto di campi eolici. Vedi anche https://agora.ilsole24ore.com/blogpay/2021/04/06/glennmont-cede-leolico-campo-big-dellenergia/
A passare ad Eni (per circa 500 milioni) è stato il 100% di un portafoglio di 13 campi eolici onshore in Italia, con una capacità complessiva di 315 MW già in esercizio. Il portafoglio acquisito è composto da 256 aerogeneratori entrati in esercizio fra il 2009 e il 2016 e localizzati in Sicilia, Puglia, Basilicata e Abruzzo. L’operazione include anche l’acquisizione di un team di grande esperienza, che garantirà la continuità nella gestione degli impianti e l’ulteriore sviluppo del portafoglio.
Insieme ai 35 MW già in corso di costruzione in Puglia, Eni raggiunge così i 350 MW di capacità eolica installata in Italia, divenendo uno dei principali operatori nel Paese. L’operazione rientra nella più ampia strategia di integrazione tra capacità di generazione elettrica rinnovabile e la base clienti di Eni gas e luce. Il portafoglio in oggetto potrà coprire il fabbisogno di circa 200 mila famiglie italiane in un’ottica di energy management integrato.Il portafoglio che verrà acquisito da Eni – precisa Glennmont in una nota – è composto da 13 impianti eolici onshore localizzati in Sud Italia con una capacità installata totale di circa 315MW, controllati per una quota di maggioranza da Glennmont. Gems, la società italiana di asset management che gestisce gli impianti in portafoglio, è parte del perimetro della transazione.
Il perimetro della transazione include le società SER, SER 1 e GEMS, controllate congiuntamente da Glennmont e Pggm, e Finpower ed Eolica Lucana, controllate interamente da Glennmont. Il completamento della transazione è soggetto alle usuali procedure di change of control da parte dei soggetti finanziatori. La transazione rappresenta il secondo disinvestimento da parte del fondo Clean Energy Fund Europe II (€500m) gestito da Glennmont ed è in linea con la sua strategia di creazione di valore per i propri investitori attraverso investimenti mirati nel settore delle energie rinnovabili.
Nel contesto della transazione Glennmont e PGGM sono stati assistiti da Rothschild&Co e L&B Partners in qualità di advisor finanziari e dal team energy di Orrick in qualità di advisor legale.