La partita a scacchi su Guala: Bonomi al 47% dei diritti di voto

C’è una partita a Piazza Affari, che si sta evidenziando per essere una delle vicende finanziarie più interessanti degli ultimi mesi. E’ quella in corso su Guala Closures, multinazionale leader al mondo nelle chiusure per le bottiglie. Due schieramenti si stanno infatti confrontando.
Da una parte Investindustrial ha lanciato l’altro ieri in serata, come previsto, l’offerta su Guala a 8,20 euro, dall’altra parte due importanti soci dell’azienda (il presidente e artefice del successo internazionale del gruppo, Marco Giovannini, e il gruppo finanziario Peninsula) hanno blindato il 33% di Guala Closures con un patto parasociale e si alleano per massimizzare le opzioni strategiche a loro disposizione.
Sulla società è stata annunciata, lo scorso anno, un’offerta d’acquisto di Investindustrial: a che punto è il gruppo finanziario di Andrea Bonomi? Escluse le quote d Space, uno degli investitori storici di Guala fin dall’Ipo tre anni fa, Investindustrial è al 49,9% del capitale e al 44,6% dei diritti di voto. Con l’inclusione di Space (che ha azioni di tipo C da convertire), che probabilmente aderirà, il gruppo arriverà al 53% del capitale e al 47,2% dei diritti di voto. Investindustrial ha avuto le azioni di Delfin, Factor Holding, Gabriele e Marina Nissim, mentre Alantra ha sottoscritto un patto. Dunque, da una parte, Investindustrial avrà il 47% dei diritti, contrapposta al 33% in mano al patto stretto tra Giovannini e Peninsula.
Resta una quota (circa un 20%) che è in mano a vari investitori istituzionali e gestori. Lo scorso anno, al lancio dell’offerta, il comitato dei gestori era parso critico sull’operazione (a causa del prezzo e del delisting deciso dopo pochi anni dall’Ipo) e resta dunque da capire se, in questo lasso di tempo, la posizione sia restata la stessa o mutata.
Alcuni ostacoli potrebbero dunque ancora frapporsi all’obiettivo del delisting, voluto da Investindustrial (affiancata da Lazard).