Figurine Panini in vendita: valgono qualche miliardo, più di Mps e Piaggio assieme

Per fare un esempio Banca Mps, posseduta dallo Stato, vale 1,16 miliardi. Credito Valtellinese vale 820 milioni. Piaggio vale poco più di un miliardo. E via dicendo…Invece loro, le vecchie storiche e mitiche (per tutti quelli che hanno giocato da bambini) Figurine del calciatori Panini valgono – secondo le attese dei venditori, è bene puntualizzarlo – tra 3 miliardi e 3,5 miliardi. Cioè tra le 13 e le 15 volte l’Ebitda 2020: che, normalizzato, è stato di 230 milioni.
Sì, perché gli azionisti di Panini, famosa azienda di Modena, hanno deciso di rimettere in vendita il loro gioiello. Con un dossier realizzato dai banchieri di Lincoln International, chiamato «Project Cavalier» che sta circolando tra i grandi private equity: tra i nomi che circolano quello del gruppo scandinavo Eqt, del fondo statunitense Carlyle, del gigante degli investimenti Usa Kkr e, infine, del private equity Advent, già impegnato in questi giorni a chiudere in cordata la possibile operazione sui diritti tv della Lega Serie A.
Il fatturato, normalizzato pro forma, del 2020 del gruppo Panini è superiore agli 800 milioni con un Ebitda di circa 230 milioni. Fino ad oggi si pensava una richiesta degli azionisti di un multiplo attorno alle 10 volte, quindi con una valutazione superiore ai 2 miliardi di euro. Ma, secondo alcuni rumors, il multiplo richiesto sarebbe anche superiore alle 10 volte, fino ad arrivare alle 13-15 volte, viste le attese di crescita dell’azienda. Si arriva così ai 3 miliardi detti all’inizio.
Resta da capire se i private equity saranno d’accordo con simili valutazioni. Negli anni passati altri processi competitivi erano stati organizzati sull’azienda di Modena ma alla fine la procedura non aveva portato da nessuna parte: così alla fine gli azionisti di Panini avevano fatto un rifinanziamento e si erano pagati una cedola.
Il pacchetto azionario di controllo dell’azienda di Modena fa infatti capo all’imprenditore italo-argentino Aldo Hugo Sallustro, attuale amministratore delegato, e alla famiglia bolognese Baroni.
Resta da capire se la valutazione sarà ritenuta congrua dai potenziali acquirenti. Il fatturato e l’Ebitda del 2020 tengono conto di una particolarità dell’azienda: il giro d’affari si aggira in alcuni anni sui 550-600 milioni di euro, ma ha forti accelerazioni (attorno al miliardo) negli anni degli Europei e dei Mondiali di calcio. Così pure è per la redditività. Quindi la documentazione prende come riferimento una media degli ultimi anni, che comprende i picchi da una parte e dall’altra gli esercizi meno influenzati dalle competizioni sportive.
Se si guarda poi al 2020, malgrado la pandemia, è stato un anno molto buono: anzi, il Covid ha in qualche modo favorito le vendite delle figurine. Inoltre stanno andando a regime gli investimenti effettuati negli Stati Uniti. Grazie alle nuove collezioni e alle licenze ottenute Oltreoceano, sono state generate entrate ulteriori per 100 milioni. I mesi di gennaio e febbraio hanno, inoltre, ottenuto risultati migliori rispetto al precedente esercizio.
Il gruppo dal 1954 è sinonimo di figurine dei calciatori in tutto il mondo, oltre a stampare le strisce di Topolino e dei fumetti Marvel. Panini, che ha 450 dipendenti a Modena e consociate in Usa, Francia, Inghilterra, Spagna e Germania, diffonde 5 miliardi di figurine all’anno; in Italia produce una trentina di collezioni, che diventano 400 nel resto del mondo. Della vendita dell’azienda si parla ormai da diversi anni. La procedura competitiva è iniziata alla fine del 2019, ma si era poi fermata a causa della pandemia.