Si avvicina la scadenza per le offerte vincolanti su Cedacri, previste all’inizio della prossima settimana, probabilmente il 18 gennaio. In gioco c’è il controllo della società italiana specializzata nella fornitura in outsourcing di servizi di information technology per le banche, partecipata da un gruppo di istituti di credito di piccole e medie dimensioni e soprattutto dal fondo Fsi Mid-Market Growth Equity Fund.
In lizza per l’azienda guidata da Corrado Sciolla sono Accenture e la Ion Investment dell’imprenditore Andrea Pignataro. Sarebbe invece alla finestra la società romana Engineering (controllata dai private equity internazionali Nb Renaissance e Bain Capital).
Le discriminanti per la scelta, in un processo gestito da Deutsche Bank, saranno di due tipi: economiche e industriali. Conterà quindi la valutazione ma anche il piano industriale presentato. Negli scorsi mesi si era parlato di una valutazione di Cedacri attorno a 1,6 miliardi. Nell’operazione ci potrebbe essere anche un tema di garanzia dell’italianità, visto che il settore fintech è stato indicato come strategico dal Governo.
Il gruppo internazionale Accenture (affiancato dall’advisor Vitale), starebbe studiando un’operazione sulla base delle attività già possedute in Italia: Sec Servizi, società eredità delle ex-Popolari venete. Accenture potrebbe inoltre proporre un reinvestimento delle banche nell’azionariato.
In lizza c’è anche Ion Investment, con sede a Londra, specializzata in software, dati e analisi per istituzioni finanziarie. Il gruppo dal 2004 ha condotto 26 acquisizioni per un enterprise value complessivo di 10 miliardi di dollari. Nel 2019 ha comprato da Bc Partners e Gic il controllo di Acuris, il gruppo a cui fanno capo i servizi di intelligence Mergermarket, Debtwire, Unquote e Asia Venture Capital Journal.
Per ora alla finestra è infine l’altro potenziale acquirente accreditato, cioè Engineering, uno dei leader italiani nei servizi, sviluppo software e piattaforme digitali per aziende e istituzioni. L’acquisizione, nei piani, avrebbe dovuto aumentare in modo considerevole la massa critica del gruppo, facendolo entrare nei servizi di outsourcing per il settore bancario.
La palla è pronta a passare quindi agli azionisti di Cedacri, che stanno esplorando la cessione ma che fino a qualche mese fa puntavano a quotare l’azienda. La compagine azionaria è frammentata. Dopo l’ingresso di Fsi, sono rimaste nel capitale di Cedacri, per il restante 73%, 14 tra le principali banche clienti: Mediolanum (15,6%), CrAsti (11,1%), Banco di Desio e della Brianza (10,1%), Unipol Banca (7,5%), Popolare di Bari (6,6%), Cr Bolzano (6,5%), Banca del Piemonte (4,2%), Credem (3,9%), Cassa Sovvenzioni e Risparmio del Personale di Banca d’Italia (2%), Reale Mutua (1,3%), Banca del Fucino (1,1%), Banca Valsabbina (1,1%), Cassa di Risparmio di Cento (1%) e Cassa di Risparmio di Volterra (ancora con un 1%).