La storia senza fine dell'Acquario di Roma: in concordato, ora potrebbe finire al fondo londinese Zetland

Per l’Acquario di Roma è una telenovela senza fine, almeno per ora. Dell’Acquario capitolino se ne parlava già una decina di anni fa, come uno degli asset in grado di dare lustro al quartiere Eur a Roma. Ma da allora la strada è stata assai lenta.
La società che ha quasi finito di realizzare l’Acquario è infatti in concordato. Ora sarebbe vicina una nuova possibilità di riassetto finanziario: con l’ingresso in campo di un investitore londinese specializzato in asset distressed, cioè Zetland Capital. Si tratta dell’ennesimo capitolo della vicenda, che vede coinvolto il gruppo Mare Nostrum Romae, cioè la società che controlla e sta terminando l’Acquario di Roma. Zetland Capital, secondo Debtwire, starebbe trattando l’acquisto del 90% delle azioni di Mare Nostrum Romae.
Nel frattempo, l’apertura dell’acquario è attesa quest’anno, Covid permettendo, nel quartiere Eur di Roma, sui terreni dati in concessione da Eur spa. C’è da dire che il possibile investitore si affaccia sulla scena, dopo che il tribunale di Roma nell’aprile scorso (con l’assistenza degli studi Dla Piper e Cdr Associati) ha omologato il concordato di Mare Nostrum Romae, società che fa capo all’imprenditore Domenico Ricciardi.
L’acquario dovrebbe essere gestito dal colosso britannico dei parchi a tema Merlin Entertainment, che controlla anche Gardaland ed è stato delistato dal London Stock Exchange lo scorso novembre a seguito di un’Opa.