Piazza Affari e la necessità di evitare una settimana da incubo

Qualche analisi economico, finanziaria e sociale dopo il decreto del Governo.
Domani potrebbe essere troppo tardi. Il tema sul tavolo è l’apertura di Piazza Affari domani. Si spera che in queste ore ci siano discussioni con Borsa Italiana e Consob. Piazza Affari domani andrà tutelata. Si rischia la fuga dei fondi internazionali esteri. Sarebbe dunque prudente la chiusura per una settimana o almeno di qualche giorno della Borsa. C’è troppa incertezza in giro. Vedremo domani che succederà…
Fare previsioni di più lungo periodo sulla Borsa è sempre difficile in questa situazione. Ma almeno fino a maggio la situazione borsistica sembra comunque compromessa: alla base ragioni ovviamente collegate all’emergenza coronavirus, ma anche motivazioni tecniche. In marzo infatti, periodo di assemblee, i fondi istituzionali solitamente si posizionavano per beneficiare del dividendo. I bilanci 2019 sono stati buoni per molte società e le cedole attese erano positive.
Ovviamente il coronavirus cambia tutta la prospettiva. Ora gli investitori aspetteranno almeno un trimestre pieno di coronavirus per capire gli effetti sui bilanci delle aziende. Quindi (escludendo gennaio) aspetteranno di vedere i mesi di febbraio, marzo e aprile. Prendendo l’ipotesi più ottimistica, cioè che il periodo di emergenza finisca ai primi di aprile, vuol dire che almeno fino a fine maggio gli investitori resteranno guardinghi per capire le conseguenze sui risultati del virus.
Dal punto di vista economico, considerando l’ipotesi più ottimistica di una crisi risolvibile entro i primi di aprile, il bilancio del Pil italiano a fine anno (con effetti pesanti su regioni trascinanti per la produzione di ricchezza come Lombardia e Veneto, oltre che il blocco della capitale economica Milano) potrebbe avere un effetto negativo tra il 2 e il 4 per cento. Sarà necessario un importante piano di investimenti per fare ripartire il Paese e sarà necessario aumentare il debito pubblico. Qui il tema da rilanciare sono gli eurobond e l’unione politica europea. Se non ripartono gli investimenti, anche pubblici, in infrastrutture, la situazione diventa molto seria. E non basterà solo quello ma anche un piano di sgravi per le imprese.