Moby in acque agitate: muro contro muro tra obbligazionisti e famiglia Onorato

E’ muro contro muro, almeno al momento, tra Moby e il comitato dei bondholder. Dopo la scadenza, alla fine della scorsa settimana, dello «standstill» siglato tra il comitato degli obbligazionisti di Moby e la società, al momento non si sarebbe trovato né un accordo né sarebbe nella volontà degli obbligazionisti la proroga dello stesso «standstill».
I bondholder (raccolti in Ad Hoc Group), in gran parte hedge fund che hanno comprato sul mercato secondario l’obbligazione da 300 milioni di euro, avrebbero dunque lasciato il tavolo delle trattative con l’azienda. Il comitato degli obbligazionisti (che possiede oltre il 50% dell’obbligazione) secondo i rumors chiederebbe un passo indietro della famiglia Onorato nella gestione del gruppo. Ma gli obbligazionisti chiederebbero anche, in caso di iniezione di risorse finanziarie e di ristrutturazione del debito, di avere un ruolo di rilievo come soci dell’azienda. Queste richieste non sarebbero state accettate secondo i rumors da Moby e dall’azionista, la famiglia Onorato.
Dall’altro lato Moby sabato sera ha diffuso un comunicato che offre una versione differente della vicenda. Secondo Moby, la proposta del comitato degli obbligazionisti “non è compatibile con le leggi applicabili, con i contratti vigenti ed è eccessivamente penalizzante per i creditori non appartenenti all’Ad Hoc Group”. Per questo, fa sapere Moby Spa, non è stato raggiunto l’accordo. “La volontà del gruppo Onorato – spiega l’azienda – è invece quella di soddisfare tutto il ceto creditorio e non singole posizioni, attraverso soluzioni legali che tutelino tutti gli stakeholders coinvolti”. Onorato ha invitato così Ad Hoc Group a un tavolo di confronto per trovare una soluzione, “confidando nella buona fede degli interlocutori, fondamentale per la salvaguardia dell’unica infrastruttura sul mare del nostro Paese”.
Il tempo a questo punto stringe e se non verranno avviate trattative con i creditori, le soluzioni appaiono sostanzialmente due: da una parte la famiglia Onorato potrebbe cercare un cavaliere bianco, in minoranza. Ma la soluzione appare difficile. Dall’altro lato l’azienda, assistita dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli, potrebbe presentare al Tribunale un concordato in bianco.