Autostrade, i soci finanziari Allianz, Edf Invest e Silk Road all'esame della partecipazione

Fra i tanti effetti del crollo del Ponte Morandi a Genova sulla galassia societaria dei Benetton e su Atlantia, dal punto di vista finanziario c’è da sottolineare che la tragedia ha bloccato qualsiasi piano su Aspi, Autostrade per l’Italia, che vera gallina dalle uova d’oro forniva rendimenti costanti grazie ai pedaggi italiani: tanto che lo scorso anno ne era stata ceduta una quota del 10% a investitori istituzionali con un incasso di 1,48 miliardi: cifra che, secondo quanto riportato dai media all’epoca, era poi servita per pianificare la campagna d’espansione in Spagna e per rilevare Abertis.
Ora proprio Aspi sarebbe finita nel mirino dei suoi azionisti internazionali. Un anno fa, la holding aveva deciso di aprire il capitale dell’azienda operativa e per un incasso di 1,48 miliardi aveva accolto nel capitale di Aspi il fondo cinese Silk Road (5%) e il colosso assicurativo tedesco Allianz, attraverso Allianz Capital Partners, che assieme a Edf Invest e Dif aveva rilevato il 6,94%. Proprio i cinesi e soprattutto il big assicurativo tedesco Allianz, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani negli scorsi giorni, starebbero valutando l’opportunità di mantenere l’investimento, ragionando sul rischio-Italia che può portare a tagli di rating e a una retromarcia sul fronte dei capitali allocati nel Paese. Di sicuro, dopo il disastro di Genova e la possibilità di revoca delle concessioni italiane, è archiviato qualsiasi disegno da parte di Atlantia di cedere ulteriori quote di Aspi per diversificare in altri settori o aree geografiche, se mai fosse esistito un progetto in tal senso.