Errare è umano, perseverare è diabolico. Apre con una discesa del -2,5% oggi il titolo di Mps, dopo aver perso il 9% ieri. Claudio Borghi, responsabile economico della Lega e possibile nuovo ministro delle Finanze ha confermato le affermazioni fatte su Mps, in barba alle più semplici regole Ue sugli aiuti di Stato.
Già ieri il responsabile Economico della Lega Nord Claudio Borghi è riuscito in un’impresa che neanche il peggiore dei bilanci civilistici poteva scatenare su Mps: è riuscito a far crollare il titolo Mps di oltre l’8 per cento a Piazza Affari. Secondo la bozza del contratto tra M5S e Lega, il nuovo governo dovrà rivedere gli obiettivi del Monte dei Paschi.
Così il responsabile Economico della Lega Nord Claudio Borghi ha spiegato che “l’intento abbastanza condiviso da tutte e due le forze è che la banca deve essere ripensata in un ottica di servizio: in buona sostanza, abbandonare l’idea di farci profitti vendendola a chissà chi ma mantenendola come patrimonio del Paese”. Sul possibile cambio di governance ai vertici della banca, “non entra nel contratto, ma è abbastanza probabile, quasi naturale pensarlo”. Cioè, ha sottolineato Borghi, “è inutile metterlo nel contratto, mettere nel contratto: ‘e poi cambiamo l’amministratore delegato'”.
L’idea del Mef ai tempi dell’acquisizione della quota che ha portato lo Stato a salire quasi al 70% del Monte dei Paschi era aiutare la ristrutturazione della banca per poi, col tempo, trovare un partner con cui fonderla e a cui vendere la propria partecipazione azionaria. Come è logico anche che sia visto che lo Stato non deve mettersi a fare il mestiere del banchiere.
La strategia di Lega e 5Stelle sembra invece non prevedere, per lo meno nel breve, questa ipotesi. Il concetto di ‘servizio’ è centrale nell’idea delle due forze politiche ed è strettamente legato alle filiali, che non si vorrebbero più chiudere. ”Una delle cose che avevamo pensato ai tempi della campagna elettorale è che – ha spiegato Borghi – le piccole filiali sono un patrimonio per la Toscana e mi sembrava inutile pensare di chiuderle nel momento in cui non si vuole fare solo profitti”.
Fatto sta che le parole di Borghi hanno immediatamente creato una crisi di fiducia che ha prodotto una caduta del corso del titolo in borsa superiore al 10% e la successiva sospensione per eccesso di ribasso.
Il problema è che Lega e 5 Stelle sembrano non conoscere le regole che sono alla base dell’attuale sistema bancario in Europa. E che valgono per tutti i Paesi membri. Lo Stato non deve inoltre fare il mestiere del banchiere. La situazione di Mps, straordinaria onde evitare il fallimento sotto il peso degli Npl, è ovviamente temporanea. Così deve essere. Inoltre Mps è un istituto quotato: come spiegare agli analisti che non necessita di profitti? Affermazioni che sono in barba anche alle regole Ue sugli aiuti di Stato. Fra l’altro in un momento in cui Mps pareva risollevarsi, dopo il primo bilancio in utile.
La Lega in passato aveva una banca. Per chi ha buona memoria si trattava della a Banca Popolare CrediNord s.c.a.r.l., poi Banca CredieuroNord, istituto bancario noto come la banca di riferimento della Lega Nord. Ispezionata da Bankitalia nel 2003, la banca rivelò seri problemi gestionali, per cui vennero multati i vertici aziendali nel 2004 dall’allora ministro Giulio Tremonti. Venne allora iniziata un’operazione di salvataggio da parte della Banca Popolare di Lodi di Fiorani, di lì a breve anch’essa al centro di uno scandalo finanziario.