Fallimento Seci-Maccaferri, i grandi fondi comprano il debito dalle banche

Il fallimento di Seci, holding del gruppo Maccaferri, finisce nel radar di un gruppo di fondi d’investimento attivi in situazioni speciali, interessati a rilevare i crediti delle banche verso il gruppo.
E anche sull’esposizione di Unicredit (120 milioni di euro di nominale verso la holding e altre società del gruppo) sarebbe secondo le indiscrezioni in corso un’asta fra investitori, dopo che già altre banche hanno ceduto a sconto i loro crediti nei confronti di Seci, cassaforte che ha in pancia anche la quota di maggioranza del famoso Sigaro Toscano.
Si aggiunge così un nuovo tassello alla storia del gruppo Maccaferri, che dopo oltre 140 anni di storia è stato colpito da una crisi talmente profonda da condurre il Tribunale di Bologna in estate a decretare il fallimento della holding, ritenendo inammissibile il piano concordatario presentato il 18 maggio scorso. Il gruppo è ricorso in appello contro la decisione del Tribunale e a novembre dovrebbe esserci la decisione finale.
Nel frattempo i grandi fondi si sono mossi. Secondo Reorg, l’esposizione di Unicredit sarebbe finita nel radar di investitori come Europa Investimenti, SC Lowy, Apollo e Taconic. Proprio Europa Investimenti e Apollo sarebbero tra i favoriti per concludere l’operazione con Unicredit. Gli investitori contano sui proventi della liquidazione e sul realizzo di attivi delle società in procedura. Il gruppo Maccaferri, del resto, è stato prima della crisi un gruppo diversificato che contava su 7 aree di attività: Officine Maccaferri (azienda di ingegneria ambiental, rilevata poi da Carlyle Man Glg e Stellex Capital, per la quale è stato dato l’altro ieri il via libera al concordato), Manifatture Sigaro Toscano, Sadam (alimentare), Samp (ingegneria), Seci Real Estate, Seci Energia e JCube (hub di innovazione). Alcune di queste società sono ora in concordato e altre in bonis, pur travolte dal fallimento della holding. I riflettori sono anche su Sigaro Toscano, azienda che resta in salute malgrado i problemi dell’azionista: così il 51% di Seci in Sigaro Toscano potrebbe finire in vendita, malgrado sulla stessa quota esista un pegno dei soci di minoranza alla luce della sottoscrizione di un bond dell’azienda.