La Juventus, tra conti in rosso e l'ingresso (smentito) di un fondo

Dopo il flop della Superlega, che ha coinvolto principalmente tra i club italiani la Juventus e il suo presidente Andrea Agnelli, le ultime indiscrezioni su qualche media, nei giorni passati, hanno parlato di un possibile ingresso di un fondo di private equity nel capitale della Juventus, in minoranza rispetto all’azionista Exor. In realtà queste indiscrezioni non sono nuove: a metà gennaio circolavano le stesse medesime indiscrezioni di fronte alle quali i portavoce di Exor e della Juventus avevano smentito qualsiasi ipotesi al riguardo. Anche oggi, di fronte alla stessa domanda, i portavoce hanno smentito l’ingresso di un fondo nel capitale del club bianconero. Per la precisione, nel gennaio scorso le indicrezioni parlavano dun manager ex-Exor, ora dirigente della Juventus, al lavoro sul dossier.
In ogni caso la smentita, anche se non ufficiale, c’è stata per ben due volte. Quindi che dire? Al momento sembra non esserci nulla. A mio avviso l’ingresso di un fondo di private equity (con una quota del 20%) nel capitale della Juventus, avrebbe comunque senso perché potrebbe portare quelle risorse che l’azionista di maggioranza Exor ha portato negli ultimi anni con aumenti di capitale. Per fare un esempio il private equity Silver Lake è entrato anni fa nel gruppo che controlla il Manchester City, acquistando circa il 10% del pacchetto azionario per 500 milioni di dollari. La holding è oggi controllata dal fondo Abu Dhabi United Group.
Nel caso della Juventus l’opzione che a mio avviso avrebbe più senso sarebbe l’ingresso di un fondo sovrano, un po’ come era successo ai primi anni 2000 quando i libici della Lafico (Lybian Arab Foreign Investment Company) erano in minoranza nel capitale a fianco dell’avvocato Gianni Agnelli. Ma erano altri tempi e anche altri bilanci per la Juventus.
La holding Exor, causa Covid, ha infatti chiuso l’anno 2020 con una perdita consolidata di 30 milioni di euro. I conti dei primi sei mesi dell’esercizio 2020/21 della Juventus vedono invece ricavi per 258,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 322,3 milioni del 2019/20. In leggero aumento anche i costi a quota 263,4 milioni di euro (contro i 260 milioni dell’esercizio precedente), mentre le perdite per il periodo sono pari a 113,7 milioni (50,3 milioni nel 2019/20).