Autogrill, cede le autostrade Usa e guarda alle acquisizioni nel retail aeroportuale

Autogrill cede le autostrade americane e studia il futuro riassetto. Dopo il via libera all’aumento di capitale da 600 milioni, a fine febbraio, tra le opzioni sul tavolo  c’è un’operazione di fusione o acquisizione nel settore degli aeroporti.
Il gruppo, primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione per chi viaggia, ha una cassa importante a disposizione ora: all’aumento di capitale da 600 milioni si aggiungono i 375 milioni di dollari ottenuti dalla vendita, ieri, delle attività autostradale negli Stati Uniti a un consorzio capitanato da Blackstone (e con Applegreen Limited e B&J Holdings), Paese dove Autogrill è leader di mercato soprattutto negli aeroporti.  Già nel maggio 2019 Autogrill ha venduto il business canadese: costituito da 23 «travel centre» attraverso le autostrade 400 e  401 in Ontario,   attive sotto il brand ONroute.
Autogrill ora potrebbe  concentrarsi sulla ristorazione e sui «convenience store» degli aeroporti.Le nuove risorse  serviranno per gli investimenti futuri, per rafforzare la situazione patrimoniale post-Covid e per  una possibile acquisizione.
Autogrill attualmente è presente in 30 Paesi di 4 continenti, opera in circa 1.000 location, gestisce 4.000 punti vendita ed è presente in 150 aeroporti.  Se si guarda la suddivisione per fatturato, a primeggiare sono gli aeroporti che nel 2019, prima della pandemia, avevano generato  oltre 3 miliardi di euro, canale seguito dalle autostrade con 1,5 miliardi.
Nel 2020, a causa del Covid, le autostrade sono state più resilienti alla crisi, mentre  la performance è stata  più debole nel canale aeroportuale, a causa dell’inaccessibilità e della quarantena imposta da alcuni Paesi.  A inizio marzo il gruppo ha svelato i conti 2020 colpiti dal Covid: con ricavi a picco, -60% rispetto all’anno precedente, e risultato netto negativo per 479 milioni. Nel frattempo, il gruppo ha razionalizzato la propria presenza in Europa compensata da  nuove aperture negli aeroporti in Nord America (Denver, Fort Lauderdale, Las Vegas e Seattle).
Ma quali potrebbero essere i target? Il Ceo Gianmario Tondato Da Ruos punta ad un aumento di ricavi da 200-250 milioni di euro grazie anche a  piccole acquisizioni. Di sicuro la pandemia ha creato nel settore una moltitudine di situazioni, che potrebbero essere d’interesse e che potrebbero fare di Autogrill un consolidatore.
Alcune banche d’affari avrebbero messo sotto osservazione diversi dossier: c’è, ad esempio, attenzione in Francia dove è in atto sul gruppo Lagardere una contesa che potrebbe preludere alla vendita di alcune  attività. Fra queste c’è  Aelia Lagardere, divisione della conglomerata francese attiva nei duty free (dai quali tuttavia Autogrill è uscito con la cessione di World Duty Free alla svizzera Dufry), ma anche nella ristorazione e nei «convenience store».