Sarebbe iniziato una decina di giorni fa il giro d’interviste finali da parte del cacciatore di teste Spencer Stuart per individuare il nuovo Ceo di Unicredit, che dovrà prendere il posto di Jean Pierre Mustier. L’obiettivo è arrivare a gennaio con una short list di nomi (un terzetto si dice) dal quale poi verrà scelto il nuovo Ceo. Tra i nomi favoriti, al momento, ci sarebbe quello del banchiere Diego De Giorgi, di Bernardo Mingrone, Chief Financial Officer di Nexi e con un passato proprio in Unicredit, dell’ex ad di Mps Marco Morelli, di Marina Natale, attuale Ceo di Sga, e infine di Andrea Orcel, ex presidente di Ubs Investment Banking. Sembrano invece scese le chance di Victor Massiah, ex ad di Ubi Banca.
Nel frattempo, la scorsa settimana, il cda di UniCredit ha approvato le condizioni dell’accordo di risoluzione consensuale del rapporto con Jean Pierre Mustier. L’attuale amministratore delegato lascerà il gruppo senza alcuna buona uscita né alcuna altra indennità di cessazione, se non quelle obbligatorie dovute per legge-contratto collettivo di lavoro in qualità di direttore generale, cioè le cosiddette competenze di fine rapporto. Non si tratta però di una sorpresa. Il manager già nel 2016 all’atto della presentazione del piano Transform 2019 aveva rinunciato alla buonuscita.
Mustier, inoltre, “rinuncia a qualsiasi pretesa nei confronti della banca e del gruppo, compresi gli eventuali diritti derivanti dal Long Term Incentive Plan 2020/2023”. Nell’aprile di quest’anno il banchiere “aveva già rinunciato al suo potenziale diritto alla quota 2020” del piano di incentivazione a lungo termine riconoscendo “le priorità degli stakeholder della banca e come risposta personale all’impatto dell’emergenza Covid 2019”. Da parte sua la banca, a sua volta, concede a Mustier il diritto a mantenere, come “Good Leaver”, i suoi diritti derivanti dal piano di incentivazione a lungo termine 2017/2019, corrispondenti a 486.391 azioni UniCredit (valore di mercato circa 3,6 milioni di euro), sulla base della valutazione della performance effettuata dal cda nel febbraio 2020. Secondo i termini e le condizioni stabilite dal regolamento del piano di incentivazione, il piano 2017/2019 maturerà nel 2024 ed è soggetto a clausole di malus e claw-back. L’accordo prevede che il rapporto di lavoro e il mandato di amministrazione di Mustier saranno risolti, senza necessità di preavviso, al più tardi alla data in cui l’assemblea approverà il bilancio 2020, salvo il caso in cui un successore fosse nominato prima.