Il fondo Adia vuole investire insieme a Kkr nella rete di Tim. L’operazione, che è stata riferita dall’agenzia Reuters, era ormai da qualche settimana tra i rumors che stavano circolando in ambienti finanziari, con insistenza.
L’operazione, secondo quanto risulta da fonti finanziarie interpellate, ha comunque una sua logica definita. Infatti Kkr ha chiamato come co-investitore sull’operazione Tim un gruppo come Adia, che è già un suo sottoscrittore del fondo.
Capita spesso, in questo genere di operazioni dove l’ammontare dell’investimento è notevole, che un grande fondo di private equity vada a sindacare l’investimento con gli anchor investor già presenti nel suo fondo. E’ il caso di Adia appunto.
Un caso classico. Kkr ha, più che altri fondi, questa consuetudine. Viene fatto per invogliare gli investitori a reinvestire dopo. E’ insomma la logica dei fondi.
La stessa operazione sta avvenendo, anche se con qualche differenza, da parte del fondo australiano Macquarie che ha offerto a Enel 2,65 miliardi di euro per la sua quota in Open Fiber. Anche in questo caso Macquarie starebbe sindacando il suo investimento con altri soggetti finanziari, a loro volta già sottoscrittori del fondo australiano.
Tornando a Tim, il fondo sovrano di Abu Dhabi sta trattando con Kkr e il governo italiano un investimento nell’ultimo miglio della rete fissa di Tim. Tim ha accettato ad agosto di vendere al fondo americano Kkr una quota del 37,5% della società di nuova creazione, FiberCop, in cui ha trasferito la sua rete dell’ultimo miglio che collega gli armandi fino alle case. Kkr, come avviene comunemente in questo genere di operazioni, ha chiamato i grandi sottoscrittori del suo fondo per offrirgli un ulteriore 30% del veicolo tramite cui il fondo Usa detiene, appunto, il 37,5% di Fibercop, per 1,8 miliardi di euro.