Il business miliardario dei virus: gli investimenti di Cina, Usa e Russia e la tesi del complotto

C’è un film cult degli anni Settanta, Cassandra Crossing, predittivo di quanto sta succedendo oggi. consiglio di vederlo: un virus si diffonde da un laboratorio nel palazzo ginevrino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una stanza segreta degli Stati Uniti in cui si studiano armi batteriologiche.
Quello era ovviamente un film e le tesi complottistiche sul Covid-19 sono state smentite dal mondo scientifico: “Non è un virus creato in laboratorio hanno indicato più volte gli scienziati”. Ma queste congetture continuano a ritornare in questi giorni dopo che il segretario di Stato statunitense Pompeo ha rilanciato l’ipotesi che alla base della diffusione del virus ci sia un incidente in un laboratorio dell’Istituto di virologia di Whuan. Il Washington Post rivela che nel 2015 specialisti stranieri avevano sollevato dubbi sui rischi presi dai loro colleghi cinesi. Vengono in particolare indicate le ridotte misure di protezione per gli studiosi che lavorano sulle pandemie indotte dai pipistrelli.
Basta farsi un giro negli archivi di Wikileaks, il database online con documenti di carattere governativo o aziendale costituito da Julian Assange per capire chiaramente che il business dei virus è già all’attenzione delle istituzioni governative cinesi, americane oltre che dell’ex Unione Sovietica fin dagli anni della Guerra Fredda. Decine di mail e di dispacci governativi negli anni segnalano focolai di virus nel mondo (dall’ebola alla peste suina all’aviaria) e l’attività dei laboratori di ricerca governativi.
Sembra un film di fantascienza, ma in realtà effettuando un’inchieste approfondita non è proprio così. Nel mondo il “business” batteriologico è fonte di investimenti miliardari degli Stati. E incidenti in vari laboratori sono già avvenuti. Il più eclatante un incendio in Russia nel 2019 nel Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia Vector, situato a Koltsovo, nella regione di Novosibirsk, famoso per ospitare campioni di virus letali come antrace, ebola e vaiolo.
Il Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia Vector è uno dei maggiori al mondo negli studi sui virus assieme proprio all’Istituto di virologia di Whuan. Istituito nel 1974, era in epoca sovietica un istituto ‘off-limits’ e guidava lo sviluppo di vaccini nonché la ricerca per la protezione contro le armi batteriologiche e biologiche. Ma non sono gli unici incidenti avvenuti nel complesso. Nel 2004, un ricercatore russo è morto nel complesso dopo essersi pizzicato accidentalmente con un ago con il virus Ebola. Negli anni 70, secondo il quotidiano britannico The Guardian, ci sono state diffusioni di antrace e vaiolo causati dai programmi sovietici di sviluppo delle armi e successivamente coperti dal Cremlino.
L’asse Cina-Russia nei laboratori di ricerca è un’alleanza abbastanza assodata. Soprattutto nelle ricerche sull’ebola, il virus che ha seminato morte in Africa. C’è da dire che Cina e Russia hanno profuso investimenti miliardari sull’ebola forse in modo non proprio disinteressato, visto che molti Paesi africani (e i loro giacimenti minerari e petroliferi) sono poi diventati fonte di sfruttamenti cinese e russo.
Anche gli Stati Uniti, ovviamente, hanno il loro peso importante negli studi sui virus passati e futuri. Una delle maggiori strutture è il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta: un organismo, soprattutto nel dopoguerra,correlato alla necessità, politicamente sentita, di verificare i possibili focolai di epidemie correlabili ad un attacco di guerra biologica.

  • alessandro |

    Se anche fosse un virus partorito e sfuggito da un laboratorio, l’essenza del problema resterebbe la medesima. Siamo in conflitto con la natura e gli equilibri sono irrimediabilmente compromessi. Malgrado abbia compiuto 74 anni, ritengo che non si possa vivere con dignità come malati cronici appesi ad una macchina. Insomma dovremmo morire con dignità, magari legalizzando l’eutanasia. Oggi il coronavirus ha reso la morte più presente, invadente e minacciosa. Forse speravamo, grazie ai farmaci e alla scienza di essere eterni. Ripeto: mi sembra che proprio quando l’uomo ha voluto infrangere gli equilibri naturali sono sbocciati virus sempre più pericolosi. Ed anche la scissione dell’atomo con oltre duemila esplosioni nucleari avrà i suoi effetti sulla materia. Ci siamo scavati la fossa con le nostre mani.

  • alessandro |

    Se anche fosse un virus partorito e sfuggito da un laboratorio, l’essenza del problema resterebbe la medesima. Siamo in conflitto con la natura e gli equilibri sono irrimediabilmente compromessi. Malgrado abbia compiuto 74 anni, ritengo che non si possa vivere con dignità come malati cronici appesi ad una macchina. Insomma dovremmo morire con dignità, magari legalizzando l’eutanasia. Oggi il coronavirus ha reso la morte più presente, invadente e minacciosa. Forse speravamo, grazie ai farmaci e alla scienza di essere eterni. Ripeto: mi sembra che proprio quando l’uomo ha voluto infrangere gli equilibri naturali sono sbocciati virus sempre più pericolosi. Ed anche la scissione dell’atomo con oltre duemila esplosioni nucleari avrà i suoi effetti sulla materia. Ci siamo scavati la fossa con le nostre mani.

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