Può il presidente della Lazio Claudio Lotito comprare Alitalia? La mia risposta è no. Sono i numeri delle sue aziende a testimoniarlo. Non che Lotito abbia gestito in maniera cattiva le sue aziende, ma (esclusa la Lazio) il suo gruppo (attivo nei servizi e nelle pulizie) ha un fatturato di piccolo cabotaggio.
Per ora sono riuscito a trovare soltanto i dati di bilanci di esercizio riferiti al 2016 (ultimi disponibili). Sarà mia cura trovare anche dati di bilancio più aggiornati.
Per la Snam Lazio sud, principale azienda del gruppo, il fatturato era di 45 milioni nel 2015 e di circa 34 milioni nel 2016; per la Linda 8 milioni nel 2015 e 6,2 milioni nel 2016; infine la Bona Dea, 1,46 milioni nel 2015 e 1,2 milioni di euro nel 2016. Quindi numeri risibili.
Lotito, al contrario, è riuscito a fare bingo grazie al calcio e alla Lazio. Lazio Events srl, la holding che detiene il 67% del capitale sociale della Lazio e che Claudio Lotito controlla attraverso tre veicoli (appunto Snam Lazio Sud, Linda e Bona Dea), ha chiuso il bilancio consolidato alla fine dello scorso giugno con ricavi per 193 milioni di euro, dai 129 milioni dell’anno precedente. E’ stato quasi triplicato l’utile da 13,7 a 35,3 milioni di euro.
L’ aumento del fatturato emerge soprattutto alla luce della voce «ricavi da gestione calciatori», più che raddoppiati nel giro di un anno passando da 30,5 a 65,7 milioni di euro, determinata dalle plusvalenze su cessioni e dai ricavi da diritti televisivi e proventi da media in progresso da 73,4 a 85 milioni. Le plusvalenze delle vendite di calciatori, pari complessivamente a 62,8 milioni: 29,2 milioni per Keita, 16,3 milioni per Biglia e 15,7 milioni per Hoedt. Il fatturato è completato da ricavi per gare (12 milioni), sponsorizzazioni e royalties (19,5 milioni) e merchandising (1,4 milioni di euro).
Ma Lotito è riuscito, tramite la Lazio, a far fare un po’ di fatturato anche alle aziende del suo gruppo. la Roma Union Security, per un costo di Euro 1,48 milioni e credito per Euro 0,10 milioni riferiti ai servizi di vigilanza e steward; la Gasoltermica Laurentina, per un costo di Euro 0,87 milioni, crediti di Euro 1,20 milioni e debito di Euro 0,04 milioni, relativo alla manutenzione del centro sportivo di Formello; la Omnia Service, per un costo di Euro 1,03 milioni e debito di Euro 0,31 milioni, per il servizio di mensa sia giornaliero che in occasione dei ritiri per i tesserati presso il centro Sportivo di Formello; la Linda, per un costo di Euro 0,54 milioni, a fronte servizi di assistenza ai sitemi informatici, processi organizzativi e logistici aziendali e magazzino area tecnica; la Snam Lazio Sud per un costo di Euro 0,53 milioni, a fronte di servizi di assistenza gestionale generali; la Bona Dea, per un costo di Euro 0,20 milioni a fronte di servizi di assistenza all’ amministrazione del personale.
C’è da dire che Lotito è stato sempre molto parsimonioso nella sua attività di imprenditore. Quando ha comprato la Lazio ha ottenuto dal governo Berlusconi e dall’Agenzia delle entrate una transazione del maxi-debito fiscale creato dalla gestione Cragnotti. Con l’accordo firmato da Lotito nel 2005 il debito fiscale per oltre 140 milioni venne spalmato in 23 anni, per evitare il fallimento della squadra di calcio. Nell’ultimo bilancio della Lazio, al 30 giugno 2018, risultava un debito ancora da saldare di circa 45 milioni di euro.
Quindi ripeto la domanda. Può Lotito comprare Alitalia? La risposta è no. Con questi numeri di bilancio l’imprenditore non può mettere un centinaio di milioni per la ricapitalizzazione di Alitalia, tranne che questo denaro non gli venga prestato dalle banche. Oppure tranne che non voglia entrare con un chip simbolico chiedendo poi magari di avere visibilità sulla gestione.
Del resto della sua offerta, mandata al Ministero dell’Economia, non si conosce niente: né l’ammontare numerico, né quale sia la percentuale a cui punta. Subito dopo l’estate il carburante finanziario della compagnia, circa 450 milioni, comincerà ad esaurirsi e sarà necessario varare urgentemente una nuova ricapitalizzazione. Insomma, l’ingresso in campo di Lotito sembra un elemento teatrale in più in una vicenda, quella di Alitalia, che ormai è diventata un vero teatrino socio-politico.