Alitalia, ecco perché l'Antitrust interverrà sulla tratta Milano-Roma in caso di ingresso di Fs

Mentre resta da capire chi tra le grandi compagnie aeree europee si andrà a mettere nel rompicapo Alitalia (ieri c’è stato un incontro tra i manager di Lufthansa e il sottosegretario Armando Siri), l’unica certezza è il coinvolgimento di Ferrovie dello Stato nel futuro riassetto, non tanto per la volontà dei manager di Fs a partecipare al salvataggio quanto per l’imposizione del Governo (più sul fronte 5 Stelle che Lega) a farsi avanti. Detto questo, la situazione è ancora molto fluida, anche se il tempo a disposizione per trovare una quadra resta poco.
Ma ci sono altri nodi. Se da una parte sono ancora da capire le sinergie ottenibili dall’integrazione fra tratte ad Alta Velocità e rotte aeree (non esistano infatti precedenti di una fusione treno-aereo), dall’altra sono chiare alcune problematiche del possibile matrimonio.
Resta infatti da capire l’impatto, in tema di concentrazione, che (ad esempio su una direttrice come la Milano-Roma, una delle più redditizie in Europa) potrà avere l’unione dei voli Alitalia con la tratta del Freccia-Rossa: un tema che, sicuramente, verrà posto all’attenzione dell’Antitrust visto che le due aziende unite avrebbero una quota di mercato attorno al 70% e come unico concorrente ci sarebbe Italo. L’autorità antitrust potrebbe infatti chiedere di liberare parecchi slot a favore di Italo, per riportare la concorrenza a livelli adeguati.
Per meglio valorizzare la flotta tricolore e creare sinergie, la strada maestra sembra quindi quella dell’ingresso, a fianco di gruppi italiani come Fs, di una compagnia aerea straniera, che tuttavia investirà soltanto a fronte di garanzie sulla possibilità di ristrutturare pesantemente (anche sul lato occupazionale) il gruppo tricolore.