Hitachi compra la quota Elliott e lancia l'offerta su Ansaldo: ecco perché (ora) il prezzo è giusto

Era attesa da mesi e finalmente è arrivata. L’offerta dei giapponesi di Hitachi sulla quota del fondo Elliott e sul flottante del gruppo ha messo fine a un vero tormentone finanziario di questo ultimo anno.
I giapponesi di Hitachi Rail , gia’ azionisti di maggioranza di Ansaldo STS, hanno infatti raggiunto un accordo per l’acquisto del 31,7% del capitale di Ansaldo STS detenuto dal fondo Elliott ad un prezzo di 12,7 euro per azione per un esborso pari a 807,5 milioni. L’accordo non e’ soggetto a condizioni.
Hitachi Rail Italy Investment che salira’ cosi’ all’82,56% del capitale entro il prossimo 2 novembre, lancera’ poi un’opa volontaria totalitaria sul residuo 17,5% del capitale.
Nel 2015 Hitachi ha acquisito da Finmeccanica, leader in Italia nei settori della difesa e dell’aerospazio, una partecipazione del 40% in Ansaldo STS, attore chiave nella produzione di sistemi di segnalamento ferroviario. Successivamente, Hitachi ne ha acquisito, acquistandola sul mercato, la maggioranza del capitale (51%), con l’obiettivo ultimo di rilevare completamente Ansaldo.
Tuttavia Elliott è sceso in campo, accusando Hitachi e Finmeccanica di collusione per aver artificialmente abbassato il prezzo di acquisto di Ansaldo per il ramo d’azienda in perdita Breda. AnsaldoBreda è un produttore ferroviario che Hitachi vuole acquistare per rilanciare le proprie attività in Europa. Nel tempo, Elliott ha incrementato la sua partecipazione in Ansaldo al 22,5% del capitale, con la possibilità di acquistarne un altro 8,8%. La Consob ha accertato che Hitachi e Finmeccanica avessero concordato l’operazione, e ha imposto al gruppo nipponico di alzare il prezzo dell’Opa. Hitachi, però ha presentato un esposto per l’annullamento della delibera della Consob. La questione era stata rinviata alla Corte di giustizia europea, la cui decisione avrebbe potuto richiedere anni.
Come interpretare la transazione? Alla fine ha vinto il mercato, ma sicuramente la querelle poteva essere risolta prima. La stessa Consob avrebbe potuto essere più sollecita a suo tempo. Il prezzo giusto dell’offerta, secondo diversi addetti ai lavori, è sempre stato tra 12,5 e 13 euro. Con queste condizioni di mercato, quindi un prezzo di 12,7 euro è super-centrato.