La Atlantia voluta da Gilberto Benetton: sempre meno Italia e più autostrade e aeroporti all'estero

Attaccato a livello governativo tra i confini nazionali, dopo la strage del Ponte di Genova, il gruppo Atlantia cerca di diventare sempre di più una holding quotata globale. E’ questa la strategia che ha impostato lo stesso Gilberto Benetton, nei mesi prima della sua scomparsa. Sempre meno peso dell’Italia, quindi, e maggiore focalizzazione sull’estero. Ormai dato per fatto l’accordo per la spagnola Abertis, Atlantia è entrata nel capitale di Eurotunnel con un investimento di un miliardo di euro.
Inoltre la stessa Atlantia è data tra gli interessati in India per gli asset (per un valore di circa 1,2 miliardi di dollari) che sta mettendo in vendita il gruppo IL&FS Transportation Network. Sempre in India Atlantia starebbe guardando anche a un altro processo: quello tramite il quale la National Highways Authority of India sta cedendo alcune infrastrutture autostradali, in un processo che vede la holding della famiglia Benetton opposta a Macquarie Group Limited e Brookfield Asset Management. C’è poi il capitolo delle infrastrutture aeroportuali. Il gruppo attraverso la controllata Aeroporti di Roma (Adr) già oggi gestisce e sviluppa gli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino. Ma anche in questo caso l’obiettivo è espandersi sempre di più all’estero e diversificare il cosiddetto rischio Italia, soprattutto dopo che il governo gialloverde ha minacciato una revisione delle concessioni pubbliche. Atlantia nel 2016 ha consolidato la propria presenza nel settore aeroportuale con l’acquisizione di Aéroports de la Côte d’Azur, la società che controlla gli aeroporti di Nizza, Cannes-Mandelieu e Saint Tropez. Nel 2019 potrebbero inoltre partire importanti aste su alcuni scali europei: la quota del 50,6% detenuta dallo stato francese nel gruppo Aeroports de Paris (ADP) dovrebbe essere venduta l’anno prossimo con un’operazione che potrebbe valere fino a 10 miliardi di euro, sulla base dell’attuale capitalizzazione di borsa. Anche Atlantia ha valutato di partecipare alla gara per ADP al timone di un consorzio. Tuttavia, il progetto si era momentaneamente fermato dopo il crollo del ponte Morandi sull’autostrada A10 a Genova. Potrebbe inoltre partire anche un’asta sulle quote azionarie dell’aeroporto londinese di Gatwick posseduto dal fondo Global Infrastructure Partners.
Ma dove troverà i fondi finanziari Atlantia per l’espansione, impegnata tra i confini italiani nella querelle legale sul Ponte Morandi con rischi di mega-risarcimenti? C’è da dire che la situazione di tensione con il Governo delle prime settimane sembra essersi allentata. Ora il dialogo sembrerebbe più costruttivo. Al momento Atlantia non ha inoltre problemi a ricevere prestiti. Di recente il gruppo ha ricevuto un assegno di circa 2 miliardi come mega-finanziamento per fare acquisizioni all’estero: prestito concesso da Banco Santander, Bnp Paribas e Unicredit. Inoltre c’è da dire che resta sempre aperta l’ipotesi di un ingresso di F2i in Aspi, Autostrade per l’Italia, che permetterebbe a Atlantia di incassare risorse cash da investire in altri business all’estero.