Il mercato delle Ipo, in Italia e più in generale in Europa, si prende una pausa in attesa di rilanciarsi tra giugno e luglio. Sono state infatti ben 17 le Ipo ritirate o rinviate da gennaio, delle quali addirittura 11 tra aprile e maggio. Lo Stoxx Europe Ipo ha registrato un andamento negativo da inizio anno. I numeri testimoniano una frenata delle matricole dopo le grandi attese dei mesi passati.Tra i ritiri eccellenti ci sono quelli della spagnola Hispania a Madrid (valore di 500 milioni), di Springer Nature a Francoforte (settore consumer con un valore attorno al miliardo), di Gategroup a Zurigo (valore sempre superiore al miliardo e attiva nel retail) fino all’italiana Itema, società bergamasca leader internazionale nel settore dei telai hi-tech.
Se si guardano numeri più approfonditi, la frenata sul mercato europeo primario dei capitali è del 27% da inizio anno. Ma quale è il motivo di questa improvvisa frenata? Le cause sono diverse. C’è da dire che il mercato borsistico americano ha registrato una correzione e di conseguenza lo stesso andamento hanno avuto i listini europei. Bisogna aggiungere che negli ultimi due mesi si è creato affollamento sul mercato, con troppe operazioni, spesso ripetitive, sul tavolo degli investitori istituzionali. Inoltre c’è stato un eccesso di carta su alcuni settori come ad esempio il real estate: non è un caso che oltre all’iberica Hispania siano saltate anche le quotazioni in Borsa dell’inglese Fundamentum e dell’irlandese Core Industrial.
Insomma, si è trattato di storie complicate da raccontare agli investitori. In alcuni casi le matricole ritirate, in aggiunta, sono gruppi europei con una forte esposizione sui mercati emergenti, anch’essi in frenata, oppure società europee non leader di mercato nel loro settore. Si tratta di aspetti che hanno fatto riflettere i fondi istituzionali. Nel Regno Unito poi, mercato sempre caratterizzato da grande vivacità sul mercato delle Ipo, l’attesa della Brexit ha ridotto drasticamente il numero delle nuove matricole.
Infine c’è un cruciale tema valutativo. Rispetto a 4 mesi fa le valutazioni delle potenziali matricole sono scese di circa il 20 per cento. La conseguenza è che le stime delle banche d’affari presentate ad inizio anno agli azionisti non sono oggi più corrispondenti a quanto ipotizzato. Molti dunque hanno desistito convinti del fatto che il valore della società posseduta è ben superiore a quanto stimato oggi dal mercato. E’ il caso, ad esempio, di Itema, la società italiana leader dei telai. I soci, Società Elettrica Radici e Tam, constatate le condizioni della Borsa, hanno desistito malgrado il book fosse già stato coperto interamente, ma a un prezzo minore delle attese.
Tra i casi di rinvio c’è anche quello di Octo Telematics, società italiana famosa per la “scatola nera” per automobili e moto, ma in questo caso a influire, più che motivazioni congiunturali o valutative, sono state le disavventure dell’azionista russo Viktor Vekselberg, finito nella lista “nera” americana degli oligarchi sanzionati per le relazioni con il governo di Vladimir Putin. La stessa Valentino, il gruppo del lusso italiano che fa oggi capo ai reali del Qatar, ha bloccato i progetti di Ipo, rinviati a data indefinita.