Grandi fondi italiani e, soprattutto internazionali, sarebbero in corsa per la sede di Corso Vittorio Emanuele a Milano di Carige, l’asset più prestigioso fra gli otto immobili che l’Ad Paolo Fiorentino intende cedere entro la fine dell’anno.
L’istituto di credito genovese (coadiuvato dall’advisor Jones Lang LaSalle) sta valutando, in particolare, 4 offerte. A essere interessati al palazzo (2500 metri quadrati di cui 250 a piano terra con vetrine) sono fondi italiani e internazionali: in corsa ci sarebbero gli americani di Hines (già noti per avere sviluppato assieme a Manfredi Catella l’area di Porta Garibaldi) e ancora gli statunitensi di Aew Capital Management, che nel luglio scorso ha rilevato a Milano per 18,5 milioni un immobile di 851 metri quadrati in via Torino, quindi a pochi metri dal Duomo, affitato al retailer giapponese Muji.
Ma in corsa ci sarebbero anche i tedeschi di Triuva, che pure di recente hanno effettuato un investimento immobiliare nella città lombarda: nel 2016 Triuva ha rilevato una proprietà a Milano per conto terzi al prezzo di 49 milioni di euro da un fondo immobiliare gestito da Generali Real Estate.
Tra i gruppi italianici sarebbe invece il fondo Antirion Sgr, società che gestisce fondi principalmente per investitori istituzionali e che ha tra i suoi maggiori investitori l’Enpam, l’ente di previdenza di medici e odontoiatri.
Sul dossier non ci sarebbe invece il retailer spagnolo Inditex. Più facile infatti che l’immobile venga acquistato da un fondo e successivamente affittato a un retailer interessato alla location a due passi da piazza Duomo: come appunto Zara, H&M e Maramotti di Max Mara. Nei primi giorni di settembre, la banca dovrebbe operare una selezione fra le offerte: per l’edificio milanese si parla di una cifra superiore ai 100 milioni di euro. Gli altri immobili in corso di cessione sono la sede romana di Carige, in via Bissolati, per la quale l’attesa è superiore ai 20 milioni, e quella londinese di Kensington, valutata oltre 2 milioni. Il portafoglio di immobili già sul mercato comprende anche tre cespiti a Milano e due a Genova. Dalla cessione degli asset, anche quelli non immobiliari, la banca attende un impatto positivo sul patrimonio di circa 200 milioni.