Quale e’ la solidità finanziaria della cordata guidata da Giulio Gallazzi che punta ad acquistare il Genoa? E’ la domanda che molti addetti ai lavori del settore si pongono in queste ore, mentre sembra possibile un passaggio di consegne da Enrico Preziosi ai nuovi proprietari. Proprio Gallazzi avrebbe dato a Preziosi la scadenza del 31 luglio per chiudere l’affare. Ma ci sarebbero ancora alcuni punti da chiarire a cominciare dalle garanzie finanziarie da parte dei nuovi acquirenti che non sarebbero cosi’ chiare. Per capire la solidità finanziaria (o meno) della cordata Gallazzi bisogna capire chi sta dietro alla neonata societa’ inglese Gcfc Capital, la newco creata per acquistare il Genoa, la cui nascita proprio questo blog ha anticipato domenica scorsa. I capitali, secondo quanto indicato dallo stesso Gallazzi, dovrebbero essere quelli provenienti dai fondi di Erskine Capital Limited, societa’ di cui non si conosce alcun track record in fatto di investimenti, e la Hamilton Ventures, una societa’ che di fatto investe nel settore hi-tech e nell’innovazione, tanto che tra i suoi investimenti c’e’ la piattaforma di prestiti online, Smartika: ma il Genoa e il calcio non sono propriamente un investimento in tecnologia. A guidare Hamilton e’ Gustavo Perrotta, un ex-banchiere di Credit Suisse che e’ anche uno degli amministratori di Gcfc Capital. Se poi si guarda agli azionisti di Erskine Capital Limited spunta il nome di una certa Jacqueline Leonie Jane Palmer, dirigente di Sri Group, cioe’ la societa’ di Gallazzi. Inoltre la Erskine Capital ha lo stesso indirizzo di un altro veicolo: la Blenheim Capital Limited, società riconducibile alla moglie di Gallazzi: Serena Bortolini. Se poi si guarda lo Sri Group dello stesso Gallazzi si sa che svolge consulenza su operazioni in differenti settori, ma nel passato ha lavorato in diverse occasioni per l’Enpam e per il Vaticano. A Londra il nome di Gallazzi e’ noto nella comunita’ finanziaria per essere un consulente, ma di certo non per avere grandi capitali nei bilanci della sua Sri Group. Quindi Gallazzi sarebbe solo l’advisor dell’operazione, quindi collettore di capitali di soggetti (Erskine Capital e Hamilton) di cui non si capisce con chiarezza le disponibilita’ finanziarie. Nelle ultime settimane sarebbero inoltre circolate indiscrezioni su un’intensa attivita’ di Beniamo Anselmi, il banchiere cattolico ex-Veneto Banca, che dovrebbe diventare presidente del Genoa, volta a cercare partner finanziari per la cordata: i rumors parlano anche di un suo tentativo per coinvolgere nella cordata la famiglia Zanetti di Segafredo oltre al tentativo di proporre a Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, un coinvolgimento nel Cda del nuovo Genoa. Insomma, le coperture finanziarie per l’operazione non sembrerebbero ad oggi cosi’ definite tanto che lo stesso Preziosi avrebbe qualche dubbio al proposito e la scadenza del 31 luglio si sta avvicinando.
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