Preziosi si accorda con Bonomi sui negozi di giochi: sul tavolo 110 milioni

Dovrebbe con ogni probabilita’ chiudersi settimana prossima la vendita della quota dell’imprenditore Enrico Preziosi nella joint venture Prénatal Retail Group, nata nel 2015 come alleanza paritetica tra Artsana e Giochi Preziosi,per unire le catene retail Toys Center, King Jouet, Prénatal e Bimbostore in un unico grande network del giocattolo.
La partecipazione azionaria del gruppo Preziosi nella joint venture verra’ acquistata da Artsana, a propria volta controllata dalla Investindustrial di Andrea Bonomi. Il prezzo dell’accordo, secondo i rumors, si sarebbe assestato attorno ai 110 milioni di euro. È da diversi mesi che le discussioni stanno proseguendo e le parti, assieme agli advisor (Banca Imi per conto di Artsana e Unicredit per Enrico Preziosi), starebbero finalizzando la proposta per il prossimo martedi’. L’alleanza nel settore dei negozi per giocattoli era partita nel 2015 con grandi attese. Avrebbe dovuto puntare a un miliardo di fatturato nel giro di due o tre anni per poi arrivare alla quotazione in Borsa: tramite l’unione delle catene retail Toys Center e King Jouet (facenti capo a Giochi Preziosi) a Prénatal (di Artsana) con l’aggiunta dell’acquisizione di Bimbostore.
Tuttavia i piani sono poi cambiati nel corso del tempo. Nel 2016 la famiglia Catelli ha infatti ceduto per circa 750 milioni di euro il 60% del capitale di Artsana al fondo Investindustrial del finanziere Andrea Bonomi. Da quel momento l’alleanza tra Artsana e Preziosi è finita in stand-by: fino alle trattative degli ultimi mesi che hanno portato all’individuazione di un prezzo per la quota in mano a Preziosi. Proprio l’imprenditore è alle prese con un momento cruciale per il suo gruppo, tra i leader italiani nel settore dei giochi per bambini: la cessione del pacchetto azionario nella joint venture portera’ liquidita’ nella societa’ capogruppo e, allo stesso tempo, Preziosi starebbe organizzando un finanziamento con le banche per liquidare i soci cinesi di Ocean che tre anni fa erano subentrati a Clessidra nella holding a monte, nella quale il gruppo asiatico possiede il 49 per cento.