Alle banche francesi 100 miliardi del debito pubblico italiano

La grande finanza francese detiene una bella fetta del debito pubblico italiano. Oltre 100 miliardi di euro. È la cifra, più o meno, dei titoli di Stato tricolori in mano alle grandi banche, agli asset manager e ai colossi assicurativi transalpini comprese le controllate italiane come Bnl e Cariparma. Se a questo valore, già di per sè elevato, si dovessero aggiungere i titoli di Stato tricolori nel portafoglio di assicurazioni Generali (cioè una settantina di miliardi) si potrebbe toccare quasi quota 170 miliardi di euro di debito italiano di proprietà di istituzioni transalpine: un record assoluto.
Sta proprio in questi numeri la strategicità di una acquisizione di Generali e il motivo per cui il Governo italiano non può essere solo spettatore della vicenda. Non si tratta soltanto di difesa dell’italianità dei grandi gruppi, ma anche (e soprattutto) di tenuta del debito pubblico italiano.
Oggi quest’ultimo è in mano soprattutto a banche, asset manager e assicurazioni tricolori, mentre le società estere hanno ridotto la loro percentuale in portafoglio (al 28,4%) come pure i Bot-people.
Quali potrebbero essere dunque i rischi, se 70 miliardi di titoli di Stato italiani in pancia a Generali (che dopo Poste e Intesa Sanpaolo e al pari di UnipolSai è tra i maggior possessori) finissero all’estero? Un intervento di Axa, che ha smentito un interesse per il Leone, preoccupa il Governo: il colosso parigino possiede già, secondo Bloomberg, 22,5 miliardi di debito pubblico italiano.
La Francia, oltre a possedere i grandi gruppi tricolori, è sempre più strategica anche per il suo ruolo cruciale sul debito italiano. Sopra quota 100 miliardi la finanza transalpina diventa determinante al pari di un campione nazionale come Poste, che tra Banco Posta (48,8 miliardi) e Poste Vita (un’ottantina di miliardi) è il più esposto su questo fronte.
Secondo gli ultimi dati Bloomberg, oltre ad Axa, l’altro grande possessore di titoli di Stato italiani è il colosso dell’asset management Amundi (posseduto da Credit Agricole) che ha una ventina di miliardi di debito pubblico di Roma. Si capisce, dunque, perché il governo italiano tifasse per Poste nella gara per l’acquisizione di Pioneer, che a propria volta detiene un’altra trentina di miliardi. Bnp Paribas-Bnl, da parte sua, ha 12,2 miliardi di titoli italiani, Cnp Assurances 10,9 miliardi, Societe Generale solo 800 milioni. Senza contare quanto è in mano a CA Cariparma (con 5,4 miliardi di titoli), controllata di Credit Agricole, quest’ultima in Italia con una presenza ormai storica sul territorio.