Il referendum affossa le banche e Mps (-4,21%): aumento in stand-by con (forti) dubbi sulla partecipazione del Qatar

Processo di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena in stand by con la sigla degli accordi con gli investitori esteri e la firma dell’accordo per l’aumento di capitale con il consorzio delle banche, che slittano di 3-4 giorni. E’ quanto si apprende da fonti vicine al dossier al termine di un incontro nella sede di Mediobanca tra il management di Mps, i consulenti di J.P. Morgan e Mediobanca, e gli advisor degli investitori internazionali. La decisione di sospendere il piano di ricapitalizzazione dell’istituto senese e’ arrivata dopo la vittoria del No al referendum e l’incertezza creatasi con l’annuncio delle dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Per il Monte dei Paschi di Siena ha partecipato alla riunione, per una decina di minuti circa, il direttore finanziario, Francesco Mele. Secondo quanto si apprende, inoltre, potrebbe slittare anche il consiglio di amministrazione del Monte previsto inizialmente per domani a Siena. La decisione di sospendere e di far slittare l’iter del piano di salvataggio di Mps, sottolineano le fonti, e’ legata alla volonta’ di capire nei prossimi giorni le soluzioni che verranno adottate per risolvere la crisi di governo. In particolare, secondo quanto si apprende, fonti finanziarie indicherebbero come assai difficile che il fondo del Golfo Persico a questo punto decida di partecipare alla ricapitalizzazione con un miliardo di euro.
Nel frattempo, secondo Equita, lo scenario più probabile per Mps è la riproposizione del piano di derisking in corso (spin off 27bn NPL con coverage a 67%, UTP a 40%) con conversione obbligatoria in equity dei subordinati (1 miliardo Tier1, 4,2 miliardi Tier2): insomma una conversione forzosa con paracadute dello Stato. L`incognita è il prezzo di conversione dei subordinati che potrebbero non ricevere haircut se il piano esistente fosse confermato in termini di ammontare di svalutazioni (3.8bn). Gli attuali azionisti sarebbero completamente azzerati, lo spin-off della bad-bank avverrebbe a favore dei nuovi azionisti. Nel frattempo i titoli bancari affossano Piazza Affari, che a livello di Ftse Mib (-0,47%) si salva solo per l’andamento positivo delle Borse europee e per le buone notizie provenienti dagli Usa: Mps crolla di oltre il 4%, Intesa Sanpaolo scende del 1,03%, Unicredit del 3,17%, mentre si salva Carige (-0,20%). Infine, le vendite si sono concentrate su Bpm (-7,91%) e Banco Popolare (-7,44%) che, dopo lo stop del Consiglio di Stato alla riforma sulle banche popolari potrebbero essere costrette a sborsare oltre 200 milioni agli azionisti che hanno esercitato il recesso.